Parlami di te, un top manager che ricomincia da zero

Tratto dal romanzo di Christian Streiff (“J’étais un homme pressé” – Edizioni Cherche Midi), Parlami di te è una divertente commedia francese diretta da Hervé Mimran, che uscirà nelle sale italiane il 21 febbraio.
Protagonista della storia è Fabrice Luchini (vincitore della Coppa Volpi per La Corte), nei panni di Alain, un rispettato uomo d’affari e un brillante oratore, sempre in corsa contro il tempo. Nella vita, non concede alcuno spazio alle distrazioni e alla famiglia. Un giorno, viene colpito da un ictus che interrompe la sua corsa e gli lascia come conseguenza una grave difficoltà nell’espressione verbale e una perdita della memoria. La sua rieducazione è affidata a Jeanne (Leila Bekht), giovane logopedista. Con grande impegno e pazienza, Jeanne e Alain impareranno a conoscersi e alla fine ciascuno, a modo suo, tenterà di ricostruire se stesso e di concedersi il tempo di vivere.
Fanno parte del cast Rebecca Marder, Igor Gotesman, Yves Jacques, Clémence Massart, Micha Lescot, Frederique Tirmont, Evelyne Didi e Eric Wapler.
«Raccontare il destino di un uomo influente che ha fatto la fortuna delle principali aziende quotate alla Borsa di Parigi non mi interessava più di tanto a onore del vero», spiega Hervé Mimran.

Fabrice Luchini e Leila Bekht

Fabrice Luchini e Leila Bekht

«Ma quando Christian (Christian Streiff, ndr) mi ha rivelato che a 20 anni il suo desiderio profondo era diventare attore, ma i suoi genitori glielo avevano impedito: è comparso l’essere umano dietro al grande capitano d’industria. Una breccia appassionante da scavare per uno sceneggiatore, per rendere simpatico e amabile qualcuno che in partenza non lo è. Peraltro, ho realizzato il sogno di Christian, affidandogli un piccolo ruolo nel film nella sequenza al centro per l’impiego».
Il malessere che improvvisamente colpisce il protagonista provoca un duro colpo al suo egocentrismo. «Dopo il suo incidente, Christian era incapace di ricordarsi il codice del citofono del suo appartamento.», precisa il regista. «Al di là dell’egocentrismo, è la totalità della vita quotidiana ad andare in frantumi. E bisogna ripartire da zero. La ricostruzione è il tema principale del film. Un tema universale poiché riguarda sia un uomo che conduce una vita agiata, sia un impiegato che si ritrova disoccupato a 50 anni. Nella corsa sfrenata al successo, al denaro, alla riuscita, le persone dimenticano di fermarsi un istante a riflettere su quello che sono, su quello che desiderano veramente».
Il film, pur raccontando un dramma di un improvviso mutamento di uno status sociale, come quello del manager Alan, trasporta il pubblico in una lettura ironica ed emozionante.

Guarda il trailer del film.