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Revenge, caccia all’uomo da una donna spietata

Matilda Lutz

Dal 6 settembre esce in Italia, distribuito da Koch Media, Revenge, il thriller-action scritto e diretto dalla francese Coralie Fargeat. Si tratta di una pellicola che ha già ottenuta riconoscimenti in ambito internazionale e che ha fatto discutere per l’originalità e la durezza di alcune scene e situazione contenute. Al centro dell’attenzione troviamo Jen (Matilda Lutz), una donna molto sensuale, sfacciata e inizialmente ingenua, che poi, una volta ferita nel corpo e nell’anima, evolverà fino a rivelarsi forte, intelligente ed estremamente vendicativa.
E’ una storia ad altissima tensione, in cui la protagonista viene invitata dal suo ricco amante (Kevin Janssens) alla tradizionale battuta di caccia che l’uomo organizza con due amici (Vincent Colombe e Guillaume Bouchede). Isolata nel deserto, la ragazza diventa presto preda del desiderio degli uomini e quello che doveva essere un week end di passio­ne si trasforma in un incubo.
Come tema di fondo troviamo uno tra i più vili e diffusi degli atti maschili: la violenza sulle donne. Ma la regista racconta il tutto da un punto di vista prettamente femminile, mostrando come una donna possa reagire a questo tipo di violenza, in maniera inaspettata, spiazzando letteralmente il pubblico.

Revenge
Matilda Lutz e Kevin Janssens

Matilda Lutz è giovane attrice italiana in ascesa, lanciata da Gabriele Muccino con L’estate addosso e vista poi anche nell’horror The Ring 3.
La regista, al suo primo lungometraggio dopo due corti apprezzati in vari festival, mette sotto i riflettori una tipologia di donna che niente e nessuno potrà mai più mani­polare e maltrattare.
La pellicola simboleggia il modo degradante in cui le donne vengono rappresentate nei film: «Troppo spesso viste come un oggetto sessuale, spogliate e umiliate», sottolinea Coralie Fargeat. «Il film, inizialmente, gioca proprio con questa rappresentazione enfatizzandola al massimo così da sovvertirla brutalmente. La protagonista, in questo modo, diviene la figura forte del film, un supereroe donna, nonché la forza trainante dell’azione».
Durante la visione del film si possono cogliere varie simbologie, come quando da un ramo infilzato nel ventre della donna sboccia un altro personaggio, che si libera della sua vecchia pelle, lasciandosela alle spalle.
Jen si risveglia dal terribile incidente trasformata e posseduta da una nuova forza. Come se si fosse nutrita della violenza che si è scatenata su di lei e fosse riuscita a trovare una nuova incarnazione.
L’atmosfera della vicenda è ostile e violenta, tra reale e surreale, con momenti di trance. Non a caso ci troviamo in mezzo al deserto in cui la parola d’ordine è l’istinto di sopravvivenza.
Col procedere della storia e il susseguirsi di colpi di scena, i dialoghi diventano sempre più scarsi fino a scomparire completamente per essere sostituiti da suoni, immagini e sensazioni.
«I riferimenti che ho usato nel mio film – continua la regista – spaziano da Cuore Selvaggio a Drive, a Under The Skin ai film di David Cronenberg. Ossia, un tipo di genere cinematografico estremamente carnale e reazionario, in cui violenza e sogni coesistono, e dove la forza dei simboli esplode letteralmente».

Guarda il trailer del film.