Si è spento a Roma, in età prematura (67 anni), Carlo Vanzina, il popolare regista che insieme al fratello Enrico (sceneggiatore e produttore) ha portato avanti in prima linea la commedia all’italiana, dagli anni Ottanta a oggi. Stamattina, proprio il fratello, insieme a Lisa, moglie di Carlo, hanno annunciato con una nota la triste notizia: «Nella sua amata Roma, dov’era nato, ancora troppo giovane e nel pieno della maturità intellettuale, dopo una lotta lucida e coraggiosa contro la malattia, ci ha lasciati il grande regista Carlo Vanzina, amato da milioni di spettatori ai quali, con i suoi film, ha regalato allegria, umorismo e uno sguardo affettuoso per capire il nostro Paese».
Figli del grande Steno, i fratelli Vanzina hanno sempre lavorato insieme, dal primo film diretto da Carlo, Luna di miele in tre, a Caccia al tesoro, del 2017.
Ma il vero primo successo è segnato dal mitico Sapore di mare, del 1982, il film preferito da Carlo e che, con l’occasione, ha lanciato attori come Christian De Sica e altri. Subito dopo quella fortunata pellicola, fu Aurelio De Laurentiis a proporre ai due giovani cineasti un progetto simile, ma ambientato nelle festività natalizie. Carlo ed Enrico scrissero così Vacanze di Natale, ambientato a Cortina d’Ampezzo. Fu un successo rimasto della storia del cinema italiano, un cult che inaugurò la serie dei cosiddetti Cinepanettoni.
Uomo colto, attento spettatore di cinema, Carlo Vanzina ha sempre prediletto la realizzazione di cinema legati a un filone commerciale, pur di raccontare con coerenza e comicità, i vizi e le tendenze degli italiani, rimanendo sempre al passo con i tempi e ispirandosi molto ai fatti di cronaca.
La critica cinematografica quasi mai è stata benevola nei suoi confronti, così come non lo fu con Totò, divenuto un mito solo dopo la morte. Il legame di Carlo Vanzina col Principe della Risata ha sempre fatto parte della sua vita, a partire dall’infanzia, quando andava sul set a trovare il padre Steno.
Pur continuando sulla sua linea cinematografica, Carlo non si è perso le occasioni per rivendicare il suo punto di visto nei confronti dell’avversità della critica, sia durante alcuni incontri stampa organizzati appositamente, che durante confronti diretti con singoli giornalisti. Come quando, insieme all’amico Neri Parenti, anche lui bersaglio di aspri attacchi della critica, andarono alla sede del quotidiano Il Messaggero intenzionati ad un animato confronto con il critico, molto duro con loro. Il fatto curioso è che proprio quella mattina, il giornalista morì in un incidente stradale, e l’incontro coi due registi arrabbiati sfumò.
Carlo Vanzina rimane comunque nel ricordo di tutti noi, in particolar modo per gli addetti ai lavori che lo hanno sempre considerato un signore con la S maiuscola, per il modo elegante di rapportarsi con gli attori e con il resto della troupe.
A chi passerà ora il testimone della staffetta della commedia italiana? Chi avrà la capacità, la perseveranza e le credenziali per raccontare i vizi e le virtù degli italiani in chiave comica, cavalcando instancabilmente l’onda del successo di Carlo Vanzina?