Dal 4 gennaio arriva nelle sale italiane l’attesissimo film di Ridley Scott, Tutti i soldi del mondo. La pellicola è tratta da un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1973, divenuto subito un caso mediatico internazionale: il rapimento di John Paul Getty III. All’epoca la vicenda sconvolse l’opinione pubblica non tanto per il crimine del rapimento, quanto per la cinica reazione di Jean Paul Getty, nonno della vittima, dimostratosi più attaccato al denaro che alla sua famiglia.
La storia ha inizio a Roma quando alcuni uomini mascherati della ‘Ndrangheta rapiscono l’adolescente John Paul Getty III (Charlie Plummer), nipote del magnate del petrolio Jean Paul Getty (Christopher Plummer), noto per essere l’uomo più ricco e forse anche il più avido al mondo. Il rapimento del nipote preferito, infatti, non è per lui ragione sufficientemente valida per rinunciare a parte delle sue fortune, tanto da costringere la madre del ragazzo Gail (Michelle Williams) e l’uomo della sicurezza Fletcher Chace (Mark Wahlberg) a una sfrenata corsa contro il tempo per raccogliere i soldi, pagare il riscatto e riabbracciare finalmente il giovane Paul.
La sceneggiatura del film, liberamente tratto dal romanzo Painfully Rich (1995) di John Pearson, è firmata da David Scarpa: «Sapevo del rapimento ma la cosa più importante è che avevo sempre avuto il desiderio di scrivere qualcosa sui soldi e su come controllano e influenzano la vita delle persone», spiega lo sceneggiatore americano, letteralmente affascinato dalla famigerata avarizia di Getty e di cosa implicava sul piano emotivo.
Ridley Scott, che inizialmente non era affatto interessato ad un film sul rapimento Getty, ha cambiato idea subito dopo aver letto la sceneggiatura di Scarpa: «Il materiale di partenza e la sceneggiatura erano fantastici e ho deciso che avrei fatto il film». Allo stesso tempo il regista britannico non nasconde anche un’ammirazione al fiuto e al coraggio imprenditoriale dell’ambiguo petroliere: «Non vai in Medio Oriente nel 1948 e compri diritti petroliferi e terreni a meno che non hai coraggio e intelligenza. Era un uomo geniale, ma questo aspetto sparì di colpo quando gli venne chiesto quanto avrebbe pagato per suo nipote e lui rispose: ‘niente’».
Inizialmente per interpretare il magnate del petrolio era stato scritturato Kevin Spacey, trasformato grazie ad un elaborato make-up e a delle protesi. Ma dopo le recenti e note accuse per molestie, rapidamente Scott e i soci produttori della Imperative Entertainment, hanno girato nuovamente le sequenze in tempi record, sostituendo l’attore con il premio Oscar Christopher Plummer, ancora più vicino anagraficamente a Getty. «Quando Ridley mi ha proposto di farlo ero elettrizzato – ricorda Plummer – ho sempre desiderato lavorare con lui e questo era un soggetto decisamente attraente. Mi piace interpretare persone reali perché la parte della ricerca è affascinante, e questo è un personaggio davvero straordinario. Ed è scritto talmente bene che mi ci sono tuffato».
L’interpretazione di Michelle Williams, nei panni dell’infaticabile madre di John Paul Getty III, che dimostra la sua intelligenza vincendo in astuzia sia il suocero spilorcio che i rapitori e, allo stesso tempo, rischiando molto pur di salvare suo figlio, ha immediatamente accettato la parte per diverse ragioni: «Beh, la prima cosa che ho saputo è che c’era Ridley Scott, dopo di che non avevo bisogno di sapere altro. Ma poi ho scoperto che c’era anche una sceneggiatura fantastica, per cui ho accettato all’istante».
Ciò che colpisce maggiormente in Tutti i soldi del mondo è sicuramente l’ambiguità morale del vecchio Getty, caratterizzato da un’esagerata avarizia: pur essendo riccissimo si era dimostrato perfino disposto a lavare le sue camicie in albergo, per non pagare il servizio.
La storia, ambientata all’inizio degli anni ’70, abbraccia diversi strati sociali: dagli ambienti ricchissimi in cui opera l’impero dei Getty al mondo della criminalità calabrese, così come il luogo comune della mentalità provinciale e omertosa che caratterizzava gli abitanti di alcuni paesi.
Essendo il film girato in gran parte nella nostra penisola, diversi attori italiani non hanno esitato a recitare chi in ruoli minori, o addirittura in brevi apparizioni: Marco Leonardi, Giulio Base, Nicolas Vaporidis, Maurizio Lombardi, Mario Opinato, Olivia Magnani, Francesca Inaudi, Guglielmo Favilla, Fabio Farronato e Luca Avallone, solo per citarne alcuni.
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