Che cosa successe veramente nella notte tra il primo e il due Novembre, del 1975 all’Idroscalo di Ostia? Ce lo svela il regista David Grieco nel film “La Macchinazione”, forse una delle più belle narrazioni cinematografiche sugli ultimi mesi di vita del regista, poeta e scrittore, Pier Paolo Pasolini, che ha questa volta il volto dello straordinario Massimo Ranieri. La pellicola è un’eccellente mistura, tra genere spettacolare e documentaristico, con la ricostruzione dell’evento criminale più discusso e torbido, del quale si è parlato per anni, ed entrato a pieno titolo in un periodo contrastato della storia italiana. Pensieri e parole del poeta e scrittore friulano, attraverso i suoi articoli, nell’interpretazione della realtà, ritenuta profetica con il passare degli anni. Le musiche dei Pink Floid, perfette come tutta l’impostazione scenica.
Giuseppe Pelosi, detto Pino la rana, è un ragazzo di vita, un diciassettene che vive nella borgata romana di Setteville, frequenta molto spesso Pasolini e sogna di fare l’attore. I due si incontrano spesso e fanno sesso, nell’Alfa Romeo dello scrittore. Nel contempo, Pasolini sta finendo di scrivere un libro, Petrolio, romanzo sperimentale di taglio giornalistico, scomodo e rivelatore perché tratta di intrecci politici, servizi segreti deviati e massoneria. Il suo principale confidente è Giorgio Steimetz, pseudonimo, autore di un libro sulla vita di Eugenio Cefis, presidente dell’ENI e successivamente della Montedison, presunto mandante della morte di Enrico Mattei, ex presidente dell’ENI, nel falso incidente aereo costatogli la vita. Cefis è anche la mente fondatrice, secondo il SISDE, di Propaganda 2, loggia massonica deviata nota come P2. Nel frattempo dagli stabilimenti della Technicolor, viene trafugato il negativo del film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, che Pasolini stava montando. Per riaverlo chiedono due miliardi. Il regista di “Accattone” sta diventando troppo scomodo a certi ambienti politici, criminali, massonici. Viene così organizzata la sua eliminazione fisica, all’Idroscalo di Ostia. Il colpevole sarà Pino Pelosi, che viene istruito a raccontare una versione falsata dell’accaduto, sotto il tono minaccioso di un avvocato, che ha quasi preso in ostaggio la sua famiglia. In realtà come ci racconta la pellicola di Grieco, Pelosi non era solo quella notte. Aiutato da altre persone, percuote quasi a morte il poeta friulano, Antonio Pinna, legato alla banda della magliana, per la quale faceva il “driver”, guida una seconda Alfa Romeo, uguale a quella di Pasolini. E’ lui a finirlo passandogli sopra con la macchina, come ordinatogli da alti esponenti dei servizi segreti, politici e forze dell’ordine.
Pelosi viene fermato dai Carabinieri, mentre percorre, alla guida dell’Alfa Romeo, la Cristoforo Colombo, contromano. E come ci racconta il regista Grieco, un suo conoscente, il medico legale Faustino Durante, raccolse sul luogo del delitto decine di legni sporchi di sangue. Pasolini non era stato ucciso da un occasionale ragazzo di vita, ma da un branco di assassini.
Afferma sempre il regista che, «L’Avv. Stefano Maccioni e la Criminologa Simona Ruffini, cinque anni fa, sono riusciti a far riaprire il caso, trovando cinque nuovi dna, per arrivare alla commissione parlamentare, per indagare di nuovo, dopo tre gradi di giudizio». Mentre Massimo «Ho accettato subito il ruolo», spiega Massimo Ranieri. «Altre sceneggiature sempre su Pasolini no, perché trattavano solo biecamente della sua omosessualità, senza avere minimamente un pensiero pasoliniano dietro e io come un comune cittadino italiano, vorrei sapere la verità su questa vicenda».
Completano il cast: Libero De Rienzo, Matteo Taranto, Milena Vukotic, Roberto Citran. La sceneggiatura è di Guido Bulla e David Grieco, i produttori sono Marina Marzotto, Alice Buttafava. Il film è distribuito da Microcinema ed esce nelle sale il 24 Marzo.
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