Uomini senza donne

Uomini senza donne

Sarà in scena fino al 22 febbraio, presso il Teatro Golden di Roma, la commedia scritta e diretta da Angelo Longoni ”Uomini senza donne”. Già campione di incassi negli anni ‘90 (dallo spettacolo venne tratto il film cinematografico sempre scritto e diretto da Angelo Longoni), riscuotendo un grandissimo successo in tutti i teatri italiani, questa volta il regista ha dato vita ai suoi personaggi tramite due attori amati dal pubblico femminile: Ludovico Fremont e Valerio Morigi. Il primo conosciuto dal pubblico per i suoi tanti ruoli televisivi e cinematografici tra cui ricordiamo Walter Masetti de “I Cesaroni”, mentre Valerio Morigi è tra i protagonisti della serie TV “L’onore e il rispetto”.

La versione 2015 di ”Uomini senza donne” è frutto di una riscrittura del testo originario attualizzata ai giorni d’oggi, con un occhio rivolto alle trasformazioni sociali avvenute negli ultimi anni. E’ una commedia amara e divertente che affronta l’inadeguatezza, la confusione e le incapacità dei trentenni di vivere in modo equilibrato e maturo i sentimenti e l’amore. Si tratta di un problema talmente diffuso tanto d’aver contribuito in modo considerevole negli ultimi anni alla trasformazione della composizione sociale del paese.

E’ la storia di due uomini, una strana coppia buffa e mal assortita, due scapoli che convivono a causa del precariato e che fanno delle donne il loro principale argomento di conversazione. Uno è estroverso, bello, aitante, salutista, fortunato con le donne, sicuro di sé, un po’ cinico, pratica il pugilato a livello dilettantistico. L’altro è ombroso, timido, nevrotico, autoironico, autolesionista, trascurato e con una forte tendenza all’alcolismo. I due convivono temporaneamente nello stesso appartamento, dividendo comicamente una vita mal organizzata, contraddistinta da un continuo e reciproco interrogarsi su tutto ciò che riguarda l’altro sesso.

La loro amicizia però è minata da una profonda immaturità e dall’incapacità, quasi fisiologica, di essere felici e sereni. Il finale é avvolto da un cinismo disarmante. La paura di essere veramente se stessi e di seguire le loro autentiche emozioni spinge i due amici ad uno scontro finale che li rende impotenti e attoniti di fronte alle proprie debolezze e incapaci di reagire alla meschinità della loro vita affettiva.