Discorso di fine anno

Tutte le dimenticanze del Presidente

Per molti italiani il nuovo anno è iniziato con una certa amarezza in bocca, anche per via di alcune frasi “consolatorie” che avrebbero voluto ascoltare da Giorgio Napolitano nel suo ultimo discorso di San Silvestro.
La sempre più evidente dittatura finanziaria dettata da Bruxelles, che ha messo in ginocchio persino quei pochi cittadini che ancora riuscivano ad arrivare a fine mese, sembrerebbe dover proseguire visto che il nostro presidente della repubblica ha già affidato i compiti, il binario da seguire, per il suo imminente successore. Dopo aver elogiato i meriti di alcuni personaggi illustri della nostra nazione, sono stati omessi, forse per dimenticanza, i dovuti accenni a quelle situazioni controverse e poco edificante per l’elettorato della Sinistra, come la delicatissima questione dei marò, l’immigrazione irregolare e incontrollata a favore della mafia e della cooperative rosse sotto indagine, i flop dei governi di Monti e Letta e, così come le discutibili riforme attuate da Renzi a discapito dei lavoratori e dei contribuenti. Tutti Governi voluti da Napolitano senza mai passare alle elezioni, come dovrebbe prevedere una normale democrazia.

Tale malcontento viene indubbiamente amplificato soprattutto per quelle questioni ancora “misteriose” riguardo l’operato dell’inquilino del Quirinale, che ha preferito non rivelare a tutti i cittadini i retroscena della trattativa Stato-Mafia (le famigerate intercettazioni telefoniche con Nicola Mancino, fatte sparire, nonostante la richiesta di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, in segno di trasparenza istituzionale per la ricerca della verità), e altri lati oscuri che hanno messo in discussione il suo passato politico.