Da un po’ di tempo imperversa simpaticamente con il personaggio Fra’ Braccino nella pubblicità di una nota compagnia telefonica, apparendo contemporaneamente sul web, in TV e nella cartellonistica. «E’ un personaggio che ho tirato fuori dal mio bagaglio teatrale», ci rivela Enzo Casertano, attore napoletano che ha interpretato vari ruoli anche nel cinema, tra questi Amore a prima vista, Mari del Sud, Dentro la città, Un’estate al mare, Tatanka, come nella fiction televisiva, tra cui I delitti del cuoco (Canale 5), La squadra 8 (Rai 3), Incantesimo 4 (Rai 1), Gente di Mare (Rai 1) , Piloti (Rai 2), e Il clan dei camorristi (Canale 5). Nonostante queste significative esperienze Enzo Casertano deve proprio all’esposizione mediatica del noto personaggio pubblicitario l’incremento della popolarità sia personale che artistica. «Avere conferme in questo mestiere è fondamentale e quando per strada bambini e anziani mi sorridono riconoscendomi, penso di aver fatto qualcosa di buono».
Sicuramente interpretando negli anni commedie di Scarpetta, De Filippo e Plauto hanno aiutato il caratterista napoletano ad interpretare questo ruolo, rendendolo simpatico. «Ho tirato fuori un tirchio divertente, preoccupato delle eccessive spese, un po’ bambino e che sembra piacere a tutti. Ne sono felice. Il personaggio si è evoluto nei vari spot e di questo devo ringraziare l’azienda di telefonia, l’agenzia creativa INADV di Milano e la Haibun produzione, senza dimenticare l’illustre collega Luca Zingaretti e la regia di un grande del cinema come Daniele Luchetti».
Qual è stata l’esperienza cinematografica più gratificante dal punto di vista professionale?
Sicuramente l’esperienza che ricordo con più affetto è la partecipazione al film “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi, tratto da un capitolo del libro “La bellezza e l’Inferno” di Roberto Saviano. Una storia di boxe e camorra, un film che ho vissuto da dentro che mi ha emozionato e mi emoziona ancora se lo riguardo. Girare le scene nella palestra di Marcianise, ascoltare le storie di questi ragazzi durante le pause e avvicinarsi alla filosofia della boxe è stata un’esperienza che mi ha dato molto. Ricordo con affetto anche le partecipazioni a “I delitti del cuoco”, diretto da Alessandro Capone, dove ho recitato con un mito della mia infanzia Bud Spencer. In ultimo “Il clan dei camorristi”, di Alessandro Angelini e Alexis Sweet, che mi ha regalato molte soddisfazioni.
Come sta cambiando secondo te il mercato del cinema italiano?
Non sono molto esperto di andamenti, vendite di film all’estero e via dicendo, posso solo constatare che nel nostro paese è difficile trovare spazio e soldi per far esprimere nuovi registi con nuove storie. Se qualcuno ci riesce anche autoproducendosi, il film non viene visto da nessuno per il problema della distribuzione. Non si rischia, se un filone va bene lo ripropongono fino all’esaurimento, cambiando poco o nulla. In questo momento c’è il fenomeno Zalone, che piaccia o non piaccia (a me piace): sta portando al cinema italiano un fiume di danaro che potrà magari dare un po’ di ossigeno a progetti nuovi. Scommesse che prima non si aveva il coraggio di fare per paura di perdere.
L’amore per il teatro sembra piuttosto evidente nel tuo percorso artistico. Secondo te esiste un particolare che l’attore di cinema potrebbe invidiare a quello di teatro?
Premettendo che non credo ci siano attori di cinema e attori di teatro, ma semplicemente attori che si comportano diversamente a seconda del mezzo usato per fare arrivare la propria verità, credo che un attore che nella sua carriera ha fatto solo cinema sicuramente invidierà la libertà di movimento che c’è in Teatro. Se una sera vuoi camminare per tutto il palco dicendo le tue battute (regista permettendo) lo puoi fare, al cinema no. Inoltre sapere subito cosa ne pensa il pubblico non è una cosa da poco; un riscontro immediato che al cinema non c’è.
Hai in progetto un nuovo spettacolo?
Ho appena finito a Roma una commedia bellissima “Una casa di pazzi”, del mio amico bravissimo attore e drammaturgo Roberto D’Alessandro. Lo spettacolo lo riprenderemo al Teatro Martinitt di Milano, dal 30 gennaio al 16 febbraio 2014. Invece in questo periodo sto provando con Max Tortora e Michela Andreozzi per la regia di Paola Tiziana Cruciani, una commedia dal titolo “Doppia coppia”, molto divertente che andrà in scena dal 26 dicembre alla Sala Umberto di Roma. Seguiranno altri due spettacoli “L’invisibile che c’è” di Antonio Grosso, per la regia Paolo Triestino, con Gennaro Cannavacciuolo, al Teatro La Cometa di Roma. Poi la ripresa di un grande successo della scorsa stagione: “Bamboccioni”, sempre di Roberto D’Alessandro al Teatro Roma a Maggio. Insomma una stagione ricca per fortuna.
Che tipo è Enzo Casertano nel privato: il rapporto con i soldi, con le donne e le passioni fuori dall’ambito professionale?
Il rapporto con i soldi vorrei averlo al più presto, ancora non si rapportano a me… Comunque ho le mani bucate. Per il resto sono un “ragazzo” che tende a stare tranquillo anche nel privato. Cerco di evitare le tensioni inutili e le persone che mi vogliono bene mi riconoscono grande sensibilità. Il rapporto con le donne è sereno, io gliela chiedo, loro non me la danno e finisce li… Scherzo! Non so cosa rispondere, le donne le devo ancora capire bene o viceversa, ma sono sulla buona strada. Altre passioni, le partite del Napoli, la cucina che è una new entry e non mi viene in mente niente più se non di salutare Michelina, mia mamma, che così è contenta.