Il regno del pianeta delle scimmie: prima di Charlton Heston parte 4

Nelle sale cinematografiche italiane a partire dall’8 Maggio 2024, Il regno del pianeta delle scimmie s’immerge diverse generazioni dopo quello che avevamo conosciuto come il regno di Cesare attraverso L’alba del pianeta delle scimmie di Rupert Wyatt, Apes revolution – Il pianeta delle scimmie e The war – Il pianeta delle scimmie, entrambi firmati da Matt Reeves.
Una trilogia che, concepita tra il 2011 e il 2017, ha provveduto tramite la figura del citato scimpanzé splendidamente incarnato dal Gollum de Il Signore degli anelli Andy Serkis a fornire un prequel alla popolare saga fantascientifica derivata dal romanzo Il pianeta delle scimmie di Pierre Boulle.
Saga originariamente costituita da cinque pellicole realizzate tra il 1968 e il 1973, molti anni prima che nel 2001 Tim Burton mettesse in piedi il remake del capostipite e che venissero prodotti, appunto, i tre lungometraggi di cui sopra.
Lungometraggi cui va dunque ora ad aggiungersi questo decimo tassello che vede, sostanzialmente, le scimmie quale specie dominante che vive in armonia dove gli umani sono costretti a starsene nell’ombra.
Scimmie rese in maniera sempre più realistica grazie al notevole progresso effettuato nell’ambito della CGI e tra le quali una giovane intraprende uno straziante viaggio destinato a portarla a mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato.
Mentre un nuovo tirannico leader dei primati costruisce il proprio impero e, appunto, l’aspetto che maggiormente colpisce di questo Il regno del pianeta delle scimmie è quello visivo, talmente impeccabile da non lasciar assolutamente avvertire la differenza tra gli elementi reali e quelli ricreati attraverso l’effettistica digitale.
Per il resto, con Freya Allan calata nei panni di una misteriosa ragazza selvaggia e l’infallibile William H. Macy in quelli di un particolare bibliotecario, al timone di regia Wes Ball – autore del trittico Maze runner – si limita a stare al gioco concretizzando un blockbuster che sembra fare del fuoco e dell’acqua i suoi principali ingredienti volti alla spettacolarità nel portare avanti il plot prequel al classico che vide protagonista Charlton Heston.
Ma, sebbene i fan irriducibili del franchise rimarranno sicuramente soddisfatti, l’impressione generale è che, senza evitare momenti di noia e con una durata per di più eccessiva (siamo oltre le due ore e venti), con Il regno del pianeta delle scimmie si stia cominciando a raschiare un po’ troppo il fondo del barile.