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Companion: un tranquillo week-end di…

Nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 30 Gennaio 2025, Companion prende avvio da una situazione classica dei film dell’orrore: un gruppo di ragazzi impegnati a trascorrere il week-end in una casa nei pressi di un lago.
Poster del filmIn questo caso, la tenuta del ricco russo Sergey, dal volto di Rupert Friend, il quale ospita Kat alias Megan Suri insieme a suoi quattro amici: la coppia eterosessuale formata da Josh e Iris, ovvero Jack Quaid e Sophie Thatcher, e quella gay costituita da Eli e Patrick, rispettivamente incarnati da Harvey Guillén e Lukas Cage.
Ma non siamo nell’ambito dello slasher movie, con il tipico serial killer mascherato pronto a fare fantasiosamente piazza pulita dei vacanzieri, bensì in tutt’altro territorio cinematografico destinato a cominciare a lasciar emergere la sua entità dal momento in cui Iris rincasa all’improvviso sfoggiando indumenti (e non solo) vistosamente macchiati di sangue.
Una situazione da cui la sceneggiatura a firma del regista stesso Drew Hancock – proveniente dai cortometraggi e dal piccolo schermo – inizia a rivelare il proprio fulcro ricordando vagamente, in un primo momento, Revenge di Coralie Fargeat… per poi prendere invece tutt’altra direzione rendendo Companion quasi una sorta di discendente del lungimirante Io e Caterina di Alberto Sordi.
Perché, con qualche flashback inserito indispensabilmente spezzando la linearità dell’evoluzione narrativa, è la pericolosità della tecnologia e, soprattutto, della maniera in cui la si usa a trovarsi al centro della oltre ora e mezza di visione, ma sfruttata in modo intelligente e piuttosto originale per costruire un thriller a tinte fanta-horror incentrato sugli amori tossici e la manipolazione sentimentale.
Un thriller che, sostenuto a dovere dal buon cast (con menzione speciale per Quaid e la Thatcher), senza dimenticare accenni di splatter e un minimo di sottile ironia fa del suo ristretto campo d’ambientazione il giusto scenario in cui far interagire personaggi dall’umanità tutt’altro che tale.
Personaggi che, spinti per lo più dall’avidità, contribuiscono fondamentalmente a far risultare Companion uno spettacolo mai banale e tanto meno prevedibile, nonché coinvolgente e capace di catturare l’attenzione dello spettatore dal primo all’ultimo fotogramma.