Distribuito nelle sale cinematografiche nell’estate 2024, approda in blu-ray sotto il marchio Digitmovies Cinema Cieco sordo muto, diretto dal Lorenzo Lepori noto ai fan dell’horror indipendente per aver firmato, tra gli altri, Catacomba, Notte nuda e Flesh contagium.
Tutti titoli caratterizzati da una più o meno accentuata componente erotica che non viene dimenticata neanche in questo caso, complici le nudità generosamente offerte da Simona Vannelli nel ruolo di Simona, la quale fa da assistente insieme a Pio alias Pio Bisanti allo scrittore David.
Interpretato dal David Brandon la cui filmografia include, tra gli altri, stracult della paura tricolore del calibro di Deliria di Michele Soavi, La casa 5 di Claudio Fragasso e Caligola: La storia mai raccontata di Joe D’Amato, quest’ultimo è uno scrittore visionario afflitto dalla triplice menomazione di essere cieco, sordo e muto e che, concluso un accordo per scrivere il suo ultimo libro in un albergo dove sono accadute cose spaventose, vi si reca accompagnato dai due.
È infatti prendendo liberamente ispirazione dal racconto Cieco sordo e muto scritto da Howard Phillips e Clifford M. Eddy Jr. che Lepori – oltretutto presente in un piccolo ruolo ad inizio film – mette in piedi un’ora e venti destinata ad evolversi attraverso l’entrata in contatto dell’uomo con una misteriosa entità un tempo venerata proprio dove sorge l’albergo.
Una oltre ora e venti che, sceneggiata dal regista stesso in coppia con il fido Antonio Tentori, vede Simona e Pio essere spinti alla follia proprio dalla oscura e malefica divinità, a quanto pare capace di manipolare le menti degli esseri umani e, forse, anche la materia della realtà.
Divinità che David cerca in ogni modo di contrastare; man mano che il lento incedere (anti)narrativo s’immerge in un clima di mistero che, grazie alla bella fotografia a cura di Federico Giammattei (anche compositore della colonna sonora insieme a Marcello Simini), rievoca a suo modo le atmosfere sospese tipiche di una certa cinematografia italiana risalente agli anni Settanta.
Come anche il già menzionato lato erotico, al servizio di un’operazione in fotogrammi dal taglio piuttosto teatrale suggerito dalla quasi totale ambientazione interni e sfociante in una fase conclusiva che, in mezzo a cromatismi, giochi di luce e tentacoli tipicamente lovecraftiani, si rivela quella maggiormente visionaria.
Testimoniando come Cieco sordo muto, oltretutto non privo di omicidi, possa rivelarsi il lavoro più maturo di Lepori, nient’affatto facile (quando mai lo è stato portare sullo schermo i testi del Solitario di Providence?) e sicuramente non per tutti.
Con trailer, galleria fotografica e un’intervista di quasi sette minuti a Brandon nella sezione extra del disco.