Vincitori RIFF

RIFF: tutti i vincitori della XXIII edizione

Con l’annuncio dei vincitori termina la XXIII edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival diretto da Fabrizio Ferrari che, al Nuovo Cinema Aquila di Roma, dal 13 al 22 novembre, ha visto programmate oltre 80 opere molte delle quali in anteprima italiana, europea o mondiale e suddivise in 13 sezioni nazionali e internazionali: opere prime e seconde di lungometraggio, documentari, cortometraggi, film sperimentali e animazioni, soggetti e sceneggiature contraddistinte per l’originalità e l’innovazione dei contenuti e delle tecniche utilizzate.

Queste le varie sezioni in concorso: Feature film, International documentary, National documentary, International short, National short, Animation short, Student short e per le sceneggiature (lungometraggio e cortometraggio) e soggetti.

La giuria composta da: Cristian Casella produttore, esperto di media e comunicazione, Sophie Chiarello, regista italo-francese, la produttrice e ispettrice di produzione Sonia Cilia, il regista, commediografo e attore Pietro De Silva, la produttrice Delegata Emma Esposito, il supervisor di visual effects Francesco Grisi, la production supervisor Carolina Iorio, le giornaliste Antonia Matarrese e Miriam e Mauti, il Produttore Esecutivo Andrea Passalacqua e Nicola Sganga esperto di VFX, ha assegnato i seguenti premi:

Il Premio Feature film – Miglior Lungometraggio Italiano va a Tre regole infallibili di Marco Gianfreda: “Per la sua capacità di raccontare, con delicatezza, la fragilità e l’enigma dell’amore. Per aver sviscerato l’animo di un adolescente che deve imparare che cos’è l’esperienza del primo amore senza averlo mai appreso dall’esempio della madre, che a sua volta deve capire come “galleggiare” e abbandonarsi ad un sentimento sconosciuto. Madre e figlio, con le consapevolezze delle loro diverse età, affrontano con sofferenza e coraggio la complessità delle relazioni, sentimentali e familiari, mostrandocene la fragilità e la forza. La natura, nella sua semplicità, offre una bellezza liberatoria, un luogo dove si può “fare finta di non essere poveri”.

Il Premio Feature film – Miglior lungometraggio internazionale va a Salli di Lien Chien Hung: “Per la capacità di raccontare con leggerezza la scoperta di una donna della sua identità e del suo posto nel mondo. Con uno sguardo inedito sulla società taiwanese, un ambiente rurale legato alle tradizioni, nel quale irrompe- attraverso la nipote adolescente- la tecnologia e le sue incognite. Riflessione sull’amore e sul confronto culturale con l’occidente “parigino”, dal quale Salli torna con una nuova consapevolezza di sé.”

Il Premio National documentary – Miglior Documentario Italiano va a Non chiudete quella porta di Francesco Banesta & Matteo Vicentini Orgnani. Attraverso volti che sembrano eterni, il film ci accompagna in uno dei luoghi più identitari della capitale, e attraverso uno sguardo intimo, restituisce il ritratto universale di un cambiamento inarrestabile della Società. Porta portese, come la Merchè aux puces a Parigi o Portobello a Londra, per citarne alcuni, sono tesori che andrebbero protetti come monumenti preziosi lasciando che le loro porte restino aperte sempre, per evitarne la fine”.

Una Menzione Speciale va al documentario Renzo Chiesa, Chiesa Renzo di Paolo Boriani. “Per la sua estetica elegante e rigorosa. La capacità di intrecciare il racconto intimo con il ritratto di un Italia in evoluzione attraverso l’arte della fotografia”.

Il Premio al Miglior Documentario Internazionale va a After the Odissey di Helen Doyle. “Attraverso ritratti di donne, ognuna con la propria arte, che offrono punti di vista diversi, il film restituisce un racconto rotondo su una questione tragica, senza mai indugiare in facili pietismi e restituisce una realtà talvolta anche molto cruda, senza mai perdere la delicatezza di uno sguardo poetico”.

Una menzione speciale a Memories of a Burning Body di Antonella Sudasassi Furniss. “Vincitore del Premio del Pubblico a Berlino, è un film tra documentario e finzione. Un racconto elegantemente strutturato che distilla le esperienze di tre donne in età compresa fra i 60 e i 70 anni in un’unica vita che parla per una generazione. I soffocanti tabù sulla sessualità femminile, l’amore e il desiderio sono ricordati con ammirevole candore in un film che bilancia in modo toccante intuizione, umorismo ed emozione”.

Un riconoscimento speciale va al documentario che ha chiuso la kermesse, Eravamo liberi di Federico Sisti. Il comitato organizzativo del festival ha deciso di premiare la produttrice Rosa Chiara Scaglione per il suo impegno sociale e culturale.

Due premi speciali a tematica LGBTQIA+ assegnati da Mario Colamarino, Presidente del Circolo Mario Mieli e Giordano Serratore vanno al cortometraggio Made of Love di Clèmence Dirmeikis e al lungometraggio Underground Orange di Michael Taylor Jackson.

Il Premio Rai Cinema Channel al Miglior Corto Italiano va a Sommersi di Gian Marco Pezzoli perché è “un cortometraggio che ci racconta come l’innocenza possa essere spazzata via in un sol colpo dall’incoscienza, grazie a due giovani intensi protagonisti che ci conducono con grande bravura in un dramma inaspettato”.

Il Premio Rai Cinema Channel, del valore di € 3.000, consiste in un contratto di acquisto dei diritti web e free tv del corto, da parte di Rai Cinema Channel. Il corto godrà della visibilità su www.raicinemachannel.it, sui suoi siti partner e, a discrezione dei responsabili delle reti, sui canali RAI.

Il Premio National short – Miglior Corto Italiano va a Un lavoretto facile facile di Giovanni Boscolo. “Un lavoretto facile facileè una commedia divertente, un genere ultimamente non esplorato nei cortometraggi, dove la storia è chiara, così come i personaggi e i loro rapporto, che comunque si evolve e cambia nei suoi pochi minuti. Inoltre il piccolo twist finale è un valore aggiunto che chiude la storia e porta anche a riflettere sul modo in cui guardiamo la situazione e le persone”.

Una Menzione per i cortometraggi italiani va L’ultimo sogno di Davide Maria Marucci“Un cortometraggio dal profondo impatto sociale ed emotivo, capace di intrecciare il dramma personale di un uomo con i temi universali della lotta di classe e del confronto generazionale. Con un cast di prim’ordine e un team tecnico di talento, il film promette di essere un’opera intima, ma al contempo potente e universale”.

Il Premio International short – Miglior Corto Internazionale va a Transformation di Marcel Barsotti“Questo cortometraggio è un vero capolavoro di innovazione e creatività. La sua natura visionaria cattura immediatamente l’attenzione dello spettatore, trasportandolo in un mondo unico e affascinante. Il design è estremamente accattivante e ricercato, con ogni dettaglio visivo curato con precisione maniacale.
Ciò che rende questo cortometraggio davvero speciale è la sua capacità di uscire dagli schemi tradizionali. Non si limita a seguire le convenzioni del genere, ma osa esplorare nuove strade, offrendo un’esperienza fresca e originale. La narrazione è altrettanto audace, con una trama che sfida le aspettative e invita alla riflessione.
In sintesi, questo cortometraggio è un prodotto diverso da qualsiasi altro, un’opera che non solo intrattiene, ma ispira e stimola la mente. Un plauso a tutto il team per aver creato qualcosa di così straordinario e fuori dal comune”.

Una Menzione speciale per i cortometraggi internazionali va a 6.21 di Sergei Ramz. “Una storia graffiante, solo apparentemente algida e austera. La vicenda si sviluppa con ritmo incalzante, grazie a un editing rapido ma esaustivo. Veniamo subito immersi in un universo dalle linee rigide e severe. Una fotografica fortemente basata sull’architettura precisa dell’albergo ci accompagna per tutto il corto. In 6.21, la scenografia, ovvero l’albergo, è assolutamente protagonista della vicenda. 6.21 è un cortometraggio incalzante, affascinante e sensuale, che tiene incollati allo schermo fino alla fine”.

Il Premio Animation short – Miglior Corto Animato va a The Strange Case of the Human Cannonball di Roberto Valencia“Un corto di animazione davvero affascinante. La sceneggiatura è stata scritta con grande cura, riuscendo a coinvolgere lo spettatore dall’inizio alla fine. La regia è stata altrettanto abile e ha saputo valorizzare ogni scena. Dal punto di vista tecnico, la realizzazione è stata eccellente. Lo stile di animazione i design dei caratteri, l’uso dei colori e delle luci hanno contribuito a creare un’atmosfera unica. Ogni elemento visivo è stato curato nei minimi dettagli, rendendo l’esperienza visiva davvero piacevole”.

Il Premio Student short – Miglior Corto Studenti, va a Better So di Jaakko Ylitalo, giovane regista esordiente finlandese che attualmente studia sceneggiatura all’Accademia delle arti di Turku. “Il film riesce a farti entrare nel mondo del protagonista, senti la sua confusione per le cose che non riesce a capire o ricordare. Si sente anche il suo dolore, il senso di perdita, non solo delle memorie ma anche di se stesso. Anche il finale, nonostante in parte uno sia sollevato dal fatto che non si uccida, rappresenta la perdita di controllo, di poter decidere della propria vita e quindi diventa tristemente dolce amaro.”

Il Premio alla Miglior Sceneggiatura per un Lungometraggio va a Marco Minicangeli per All’ombra del suo corpo. “Per la qualità della scrittura cinematografica, unita alla capacità di piegare la narrazione della struttura classica ad un racconto che, immergendoci nel genere poliziesco, ci avvicina al mondo degli emarginati, senza per questo essere retorico. Il bene e il male convivono in questo racconto dalle tinte forti, tenendo il lettore col fiato sospeso fino alla fine”.

Il premio per la Miglior Sceneggiatura di un Cortometraggio va a Oh boi! di Sara Mancini. Vince per aver saputo raccontare con leggerezza le fantasie sessuali di una adolescente contemporanea. Per aver colto il desiderio di scoprire, di crescere e di interagire col mondo intorno a sé. Marta, la protagonista, tentando di emulare il mondo virtuale, scopre la genuina, sensuale bellezza della realtà. Un messaggio chiaro volto agli adolescenti che troppo spesso preferiscono rifugiarsi in un mondo fittizio”. 

Il Premio al Miglior Soggetto per un Lungometraggio va a Il burattinaio di Laura Nuti. Laura Nuti con questo soggetto riesce a piegare la struttura del thriller e a colorarlo di venature horror lievi ma visivamente impressionanti. Il racconto scorre veloce e le vite dei personaggi si intrecciano in una trama che cattura le perversioni di una società vittima di perversioni. Ancora una volta il burattino di collodiana memoria ci invita ad una moralità che sembriamo avere smarrito“.

Il Festival, a cura dell’Associazione Culturale RIFF, è realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema – Ministero della Cultura e della Regione Lazio, Direzione Regionale Affari della Presidenza, Turismo Cinema, Audiovisivo e Sport. Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 – 2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con LEA e SIAE.