Terrifier 3: l’Art della bassa macelleria

A partire dal 7 Novembre 2024 – ma in anteprima già dal 31 Ottobre per la festa di Halloween – la demoniaca figura di Art il clown, interpretato sotto il bianco trucco da David Howard Thornton, arriva nelle sale cinematografiche italiane con Terrifier 3, primo capitolo della popolare saga horror diretta da Damien Leone ad essere proposto sul grande schermo dello stivale tricolore.
Già, perché nel nostro paese sono approdati direttamente in home video i due tasselli precedenti e il lungometraggio a episodi All Hallow’s Eve che, firmato nel 2013 dallo stesso Leone e qui distribuito con il titolo Terrifier – L’inizio, introdusse proprio il personaggio di Art.
Personaggio infernale di cui non sono mai state fornite particolari nozioni che, se in Terrifier e Terrifier 2 agiva durante due distinte vigilie di Ognissanti trucidando chiunque capitava sul suo cammino, decide in questo caso di trasformare in un vero e proprio incubo ad occhi aperti le festività natalizie degli abitanti di Miles County.
E, mentre i fan dell’horror riconosceranno sicuramente lo storico mago degli effetti speciali Tom Savini in un cameo televisivo e il Jason Patric di Ragazzi perduti e il Clint Howard – fratello del regista Ron – de I gusti del terrore nei ruoli di Michael e Smokey, dal secondo film torna la protagonista Lauren LaVera nei panni di Sienna Shaw, la quale entra ed esce dall’ospedale psichiatrico ed è decisa a fermare il mostro, anche per impedire che faccia del male al fratello Jonathan alias Elliott Fullam.
Mostro affiancato dalla sfigurata Victoria Heyes incarnata da Samantha Scaffidi che abbiamo avuto modo di conoscere fin dal capostipite, insieme alla quale, ovviamente, non si dedica altro che all’attuazione di omicidi sempre più efferati.
Del resto, la filosofia di Terrifier 3 segue fedelmente ciò che il suo autore si è proposto fin dalla nascita dell’idea originale: superare ogni limite nella rappresentazione delle morti descrivendole in ogni minimo dettaglio.
Ma, sebbene la saga sfoderi un look fotografico, una colonna sonora e un’ottima effettistica trasudante sangue rosso vernice che richiamano in maniera a suo modo affascinante un certo splatter underground a stelle e strisce degli anni Ottanta, lo spettatore dotato di buon senso (anche quello pronto a tutto) non può fare a meno di rimanere disgustato dinanzi a tanta cattiveria gratuita inscenata con evidente compiaciuto sadismo già a cominciare dal prologo a base di famigliola massacrata freddamente in casa durante la notte di Natale.
Infatti, se i primi due Terrifier avevano proposto, nel mucchio, una ragazza completamente nuda segata verticalmente a partire dalla vagina e una povera sventurata smembrata pezzo per pezzo, qui, come c’era da aspettarsi, si va addirittura oltre.
Quindi, tra utilizzo di taglierini, pistole, chiodi e addirittura ratti, non mancano una motosega conficcata dove non batte il sole, una tortura “criogenica” e più di un bambino destinato a rimetterci la pelle.
Al servizio di una maniera di fare spettacolo senza cuore e senza cervello (oltre che senza trama, se escludiamo un vago accenno fantasy) che altro non sembra che una riproposizione mainstream delle insostenibili nefandezze mostrate tra gli anni Novanta e il terzo millennio dalla famigerata serie low budget tedesca Violent shit di Andreas Schnaas.
Una serie che, rimanendo di nicchia e reperibile per lo più tra i collezionisti incalliti di videocassette, non destava però tanta preoccupazione quanto l’inaspettato fenomeno di enorme successo che si è rivelato nel tempo il franchise Terrifier.
Perché, come ci hanno insegnato i vari Jason Voorhees di Venerdì 13, Michael Myers di Halloween e Freddy Krueger di Nightmare, in uno slasher movie le uccisioni devono sì shockare il pubblico, ma risultare al contempo veloci e liberatorie, non tirate per le lunghe per farlo godere lentamente del dolore provato dalla vittima di turno.
Probabilmente bisogna essere non troppo sani mentalmente per provare divertimento in oltre due ore (troppe!) di continuo accumulo di bassissima macelleria che, attrazione principale dell’operazione, se tolta non lascia emergere altro che una regia piatta e noiosa… in Terrifier 3 come nei suoi due predecessori (o tre, se consideriamo All Hallow’s Eve).