Nel 1953, quindi un anno prima dell’exploit de La romana, la diva Gina Lollobrigida aveva già avuto modo di confrontarsi con la trasposizione di uno scritto di Alberto Moravia dedicato all’immagine di una donna forte e combattiva degli anni Cinquanta: La provinciale, tratto, appunto, da un racconto del noto scrittore e diretto da Mario Soldati.
Una tormentata storia d’amore italiana che gioca le carte del melò, ma con occhio neorealista, come era cinematograficamente solito fare all’epoca della sua realizzazione.
Un film in cui veste i panni della bella Gemma Foresi, donna affascinante che vive una tutt’altro che tranquilla situazione sentimentale tra Franco Vagnuzzi, ovvero Gabriele Ferzetti, avvenente professore che sposa a malincuore ma con cui non sente di voler passare il resto della sua vita, e il Paolo Sartori interpretato da Franco Interlenghi, erede di un conte e medico di professione, del quale Gemma è segretamente innamorata. Salvo però venire a sapere di una scottante verità che li terrà forzatamente lontani.
Intensi ricordi e focose confessioni portano dunque i tre verso un inevitabile epilogo da cui Gemma riesce a trarre una personale lezione di vita, al servizio di un dramma dalla struttura non priva di lunghi flashback.
Ed è così che La provinciale di Soldati si rivela una pellicola capace di cavalcare l’onda degli anni a venire grazie a questa sua particolare scelta narrativa, gettando semi di grande inventiva per quanto riguarda il linguaggio da schermo.
Spaccato di un’epoca sempre più lontana, rientra chiaramente nella tipologia di prodotti anni Cinquanta incentrati sulla descrizione di determinati personaggi del nostro paese, espediente che porta anche lo spettatore (o, meglio ancora, la spettatrice) maggiormente legato al filone melodrammatico all’interno di un racconto in grado di andare oltre il dramma amoroso di base. Tutto ciò utilizzando una Lollo nazionale perfetta, bella come sempre, abile nell’alternare partecipazioni brillanti in film come Pane, amore e fantasia a queste trame più intense, destinate a far breccia nel cuore del pubblico maggiormente sensibile.
Non da meno, poi, l’accoppiata maschile che la affianca, composta da Interlenghi, allora reduce dal successo di Sciuscià di Vittorio De Sica e prossimo a quello de I vitelloni di Federico Fellini, e Ferzetti, grande nome del teatro italiano insignito in questo caso di un Nastro d’argento come miglior attore non protagonista.
Mentre completa il cast una bravissima Nanda Primavera, qui nel ruolo della madre di Gemma, personaggio emblematico i cui segreti nascosti mostrano quello che l’Italia di una volta poteva celare nella vita comune di una qualsiasi famiglia, soprattutto nel cuore delle donne di allora.
Con una presentazione di due minuti quale contenuto extra, La provinciale rivive in dvd grazie a Mustang Entertainment, in una versione restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale in collaborazione con Compass Film.
Mirko Lomuscio