Con l’ex re dello splatter su celluloide Sam Raimi coinvolto in qualità di produttore, 65 – Fuga dalla Terra – nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 27 Aprile 2023 – prende semplicemente avvio specificando che sessantacinque milioni di anni fa un viaggiatore precipitò sul nostro pianeta.
Viaggiatore che altro non è che il pilota Mills interpretato da Adam Driver, rimasto, appunto, bloccato sulla Terra in quell’epoca remota in seguito ad un catastrofico incidente in un mondo sconosciuto e che, con una sola possibilità di salvezza, si ritrova affiancato dall’unica altra sopravvissuta: la giovanissima Koa dal volto della Ariana Greenblatt vista in Avengers: Infinity war e Love and monsters.
I due personaggi, dunque, su cui si costruisce la oltre ora e mezza in fotogrammi messa in piedi dai Bryan Woods e Scott Beck sceneggiatori dei due A quiet place e registi dello slasher la casa del terrore.
Due personaggi costretti a farsi strada attraverso un territorio sconosciuto e tempestato di pericolose creature preistoriche che, chiaramente concepite tramite la consueta, elaborata effettistica digitale del terzo millennio, non faticano nel lasciar avvertire nel look una stretta parentela con quelle sfruttate nei vari capitoli della saga Jurassic park.
Man mano che un plot tutt’altro che distante dall’idea di base che caratterizzò nel 2013 After Earth – Dopo la fine del mondo di M. Night Shyamalan arriva quasi a conferire a 65 – Fuga dalla Terra il respiro di una sorta di discendente più fantascientifico di vecchie pellicole a base di dinosauri come, per esempio, La terra dimenticata dal tempo e il suo sequel Gli uomini della terra dimenticata dal tempo, entrambi firmati negli anni Settanta da Kevin Connor.
Un survival movie, in fin dei conti, che, non privo di situazioni che arrivano a sfiorare l’horror, fa del movimento e della continua ricerca di spettacolarità le proprie parole d’ordine… senza però riuscire nell’impresa di regalare qualcosa che riesca a risultare realmente originale e rivelandosi, di conseguenza, un semplice, costoso esercizio di stile in grado di conquistare, probabilmente, soltanto i profani del genere o i fan irriducibili delle mostruosità da film avventuroso assortite.
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