Concludere il pasto con un sorso di un distillato è una tradizione che ancora oggi rappresenta un vero e proprio rito su molte tavole italiane. Ma quali origini si nascondono dietro ai tre amari e liquori più celebri, che hanno varcato i confini italiani diventando famosi in tutto il mondo?
L’arte di servire l’acquavite
L’acquavite è apparsa per la prima volta nel 1984. Questo liquore tutto italiano è una creazione dei Nonino di Percoto, paesino in provincia di Udine, una famiglia che segnò una svolta grazie all’intuizione di distillare l’intero grappolo d’uva. Mentre la grappa si ottiene dalla distillazione delle vinacce, questa bevanda alcolica è figlia dell’intero grappolo nel suo complesso.
Resasi celebre tra i tanti distillati, l’acquavite d’uva grazie alla sua lavorazione conserva tutto l’aroma e il gusto della materia prima. In commercio si trovano diverse ottime varietà di questo distillato, tanto che anche sul web è possibile scegliere tra le varie etichette di acquavite in vendita su Tannico ad esempio.
È bene ricordarsi però come anche servirla sia una vera e propria arte: prima di tutto deve essere gustata fresca, ma non fredda, a una temperatura di circa 10°, con la possibilità di accompagnarla con piccole scaglie di cioccolato fondente, con frutta tropicale disidratata, con scorzette di arancia candite al cioccolato oppure con dei confetti alla mandorla.
Centerbe, per assaporare la montagna
Il Centerbe invece permetterà di gustare le montagne dell’Abruzzo in un bicchiere. Realizzato con cento erbe di montagna, questo liquore con oltre due secoli di storia, racchiude infatti un aroma unico. Nato nel XIII secolo nell’abbazia di San Clemente a Casauria, fu poi perfezionato da Beniamino Toro, un farmacista che utilizzò il preparato per curare la peste.
Considerato oggi uno dei liquori più forti di tutta Italia, la sua gradazione non scende mai sotto i 70°, e a volte può addirittura superarla. Dal sapore secco e particolarmente intenso, la sua preparazione prevede la macerazione nell’alcol puro di una grande varietà di erbe officinali e aromatiche, raccolte rigorosamente a mano tra le alture abruzzesi. Tra i tanti ingredienti sono presenti basilico, rosmarino, menta piperita, limone, salvia fresca, lauro, limoncella, thè, bacche di ginepro e fiori di camomilla. Si gusta generalmente a fine pasto, ma non è raro vedere chi lo accompagna alla sambuca per correggere il caffè, o chi ama usarlo come ingrediente per diverse ricette.
Il must dei liquori italiani: il limoncello
Il limoncello rappresenta un must dei liquori italiani più diffusi. Fu brevettato ufficialmente nel 1988, da Vincenza Canale, che usava offrirlo agli ospiti della sua pensione, “Mariantonia” di Anacapri, parte alta della famosa città di Capri. Ma sono molte le leggende che si tramandano sulla sua reale origine: non mancarono molti personaggi noti dell’epoca che si appassionarono a questo liquore, come lo scrittore e psichiatra svedese Axel Munthe, lo scrittore Alberto Moravia e il noto attore italiano Antonio De Curtis, conosciuti da tutti con il nome d’arte di Totò. Con le sue chiare note di limone e la tipica gradazione compresa tra i 30 e i 50 gradi, questo indiscusso re dei liquori ha varcato le frontiere italiane diventando una delle bevande alcoliche più celebri al mondo.