Assad Ahmed, Gérard Depardieu e Isabelle Nanty, sono i protagonisti di una storia toccante, realmente accaduta, che porta il pubblico a trovare un risvolto positivo su una questione complessa e drammatica come l’immigrazione. Qualcosa di meraviglioso è il film diretto da Pierre François Martin-Laval, che vedremo nei cinema dal 5 dicembre, distribuito da BIM.
Costretto a fuggire dal Bangladesh, dove lascia la sua famiglia, il giovane Fahim (Assad Ahmed) raggiunge Parigi insieme a suo padre. Fin dal loro arrivo, intraprendono un impervio percorso per riuscire a ottenere asilo politico, sotto la costante minaccia di essere espulsi dal Paese.
Grazie alla sua straordinaria abilità nel giocare a scacchi, Fahim incontra Sylvain (Gérard Depardieu), uno dei più bravi allenatori di Francia. In un’altalena di diffidenza e attrazione, i due impareranno a conoscersi e a stringere una profonda amicizia. Ma quando inizia il Campionato Nazionale, il rischio di espulsione si fa incalzante e a Fahim resta una sola possibilità: diventare il Campione di Francia.
Due culture a confronto, quella francese rispetto a quella del Bangladesh; l’amore del padre per il figlio, disposto a mentire pur di non aggravare lo stato d’animo del ragazzo; e la voglia del ragazzo stesso a tentare sempre la carta della vittoria. Questi ingredienti tengono unita la vicenda, dove emergono la rivalsa e l’accettazione, conquistata dal protagonista a pieno merito, a dispetto della burocrazia rigida e dei pregiudizi che tradizionalmente caratterizzano e inaspriscano la drammaticità fenomeni migratori.
Con questa storia il regista lancia un vistoso messaggio politico, invitando le istituzioni a non far soffocare mai la fiducia verso il prossimo, anche se molto “diverso” e lontano dalle nostre usanze, per colpa della macchina legislativa.
Gli scacchi offrono virtù pedagogiche e universali: il giovane Fahim impara rapidamente le regole del gioco… e della vita.
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