Home Magazine Entertainment “The dark nightmare”: l’incubo norvegese della maternità

    “The dark nightmare”: l’incubo norvegese della maternità

    Dalla Norvegia arriva nelle sale cinematografiche italiane l’11 Giugno 2025 The dark nightmare, primo lungometraggio diretto dalla Kjersti Helen Rasmussen cui si deve, tra l’altro, le sceneggiature di Villmark asylum – La clinica dell’orrore e The tunnel – Trappola nel buio di Pål Øie.
    Circa un’ora e quaranta di visione al cui centro troviamo la Eili Harboe dell’horror Thelma che costituisce insieme a Herman Tømmeraas la giovane coppia formata da Mona e Robby, trasferitisi nella nuova casa appena comprata.
    Una convivenza non eccessivamente facile, però, in quanto, se da un lato lui, che svolge un lavoro appagante, non vede l’ora di mettere su famiglia, lei si rivela sempre più irrequieta, tra l’appartamento che deve essere ristrutturato e le urla inquietanti dei vicini che disturbano la tranquillità.
    Man mano che i fotogrammi avanzano lentamente a suon di brutti sogni e visioni di cui finisce spesso preda la donna, suggerendo in maniera inevitabile echi kruegeriani anche a causa del fatto che, come in Nightmare 5 – Il mito di Stephen Hopkins, è la dolce attesa a fare da sfondo ad una vicenda dalle suggestive e cupe atmosfere.
    Ma, a differenza della popolare saga a stelle e strisce avviata nel 1984 dal maestro della paura Wes Craven, The dark nightmare non punta affatto allo spettacolare intrattenimento da slasher, bensì privilegia i connotati di un dramma di coppia dagli spaventosi risvolti soprannaturali.
    Accenni di violenza e sangue, infatti, sono relegati quasi esclusivamente alla fase conclusiva dell’operazione, ispirata alla figura del Mara, leggendario demone nordico degli incubi che tormenta i dormienti premendo sul loro sul petto e provocando un senso di soffocamento e terrore.
    Un’antica entità che ci spinge dunque a far rientrare l’esordio della Rasmussen nello stuolo di titoli comprendenti anche Slumber – Il demone del sonno di Jonathan Hopkins e Somnia di Mike Flanagan; sebbene, tra psicologia e volume pronto ad aumentare quando necessario al fine di generare inquietudine, sia probabilmente al Roman Polanski della suspense che si guarda maniera principale The dark nightmare.
    Per condurre lo spettatore dinanzi all’epilogo shock di quello che, nonostante le premesse, più che un vero e proprio film dell’orrore è un thriller incentrato sulle ansie femminili nell’affrontare la maternità che, pur confezionato con professionalità, rischia di risultare leggermente dilatato e confuso nell’alternare realtà e situazioni oniriche.