Il cuore non batte solo per amore: ci sono esperienze in grado di farlo battere (forte) per le grandi emozioni legate ad attività adrenaliniche.
A San Vigilio / San Martin Dolomites il cuore batte per le proposte che lasciano letteralmente senza fiato, condite di velocità e dinamismo.
Partiamo dalla zip line più lunga d’Europa che permette di “correre” appesi ad un filo a 80 km all’ora librati nell’aria, davanti al paesaggio maestoso delle vette dolomitiche: 3 chilometri di emozioni e 400 metri di dislivello. Tra la stazione a monte della cabinovia “Piz de Plaies” a 1600 metri di altitudine e la stazione a valle della cabinovia “Cianross” è stata tesa una resistente corda metallica, ancorata ad alberi di grossa dimensione, che taglia la valle a zig zag. Durante il volo si incontrano altre 8 piattaforme intermedie, per riprendere fiato e ammirare il paesaggio. La campata principale è lunghissima: 780 metri di volo; il punto più alto da terra è 100 metri. Le vertigini danno un brivido lungo la schiena: il senso del vuoto è tangibile. Dall’elemento aria passiamo all’acqua, con l’altrettanto emozionante rafting sul fiume oppure con la prova di coraggio e il bagno ghiacciato nel torrente Ciamaor o nel lago di Limo. Una rinfrescata estiva che tonifica il corpo e la mente, pronti per proseguire per l’escursione a piedi o in bicicletta.
La verticalità delle pareti dolomitiche diventa un invito ad arrampicarsi e toccare con mano nel vero senso della parola questa bellezza, Patrimonio dell’Unesco. La via ferrata al “Piz da Peres”, inaugurata nell’estate 2022, è una sfida per salire in vetta con mani e piedi. Raggiungibile partendo dal Passo Furcia, sopra San Vigilio di Marebbe, è composta da tre interessanti sezioni con un grado di difficoltà C/D (medio/difficile). (Per i principianti è consigliabile farsi accompagnare dalle guide alpine). Su queste rocce che sembrano magiche, si sperimentano il batticuore e il sorriso allo stesso tempo. Il paesaggio che si apre man mano si sale, è spettacolare e ancora più spettacolare è la sua trasformazione all’ora del tramonto, chiamato in ladino, Enrosadira. La particolare composizione chimica di carbonato doppio di calcio e magnesio delle Dolomiti prende il caratteristico colore rossastro quando i raggi del sole, ad una certa inclinazione (alba e tramonto) colpiscono le rocce. Se durante il giorno le Dolomiti sono “pallide”, dal color grigio chiaro, all’alba e al tramonto si infuocano, regalando una diversa prospettiva. Entra in gioco il quarto elemento, il fuoco, che dipinge lo scenario con una grande pennellata di rosso.