In un’Italia che ogni anno piange la scomparsa di circa 12.000 donne a causa del tumore al seno, presso il Rome Convention Center “La Nuvola” si è svolta la tavola rotonda dal titolo Come la tossicità economica influenza la qualità della vita nelle donne con tumore al seno, evento organizzato nell’ambito della mostra fotografica del decennale di Women for Women against Violence. Un incontro pensato per portare alla luce una delle dimensioni più taciute della malattia: quella economica. «Per 12 lunghi anni ho vissuto una doppia violenza» – ha dichiarato Donatella Gimigliano aprendo i lavori – «quella del cancro al seno che ha colpito me e la mia famiglia, e quella, forse ancor più feroce, della tossicità economica. Lo Stato, che avrebbe dovuto proteggermi, non mi ha dato respiro. Racconto la mia storia per rompere il silenzio su una realtà che riguarda troppe donne invisibili, lasciate sole nella devastazione».
Moderato da Gianni Todini, Direttore di Askanews, l’incontro ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni, del mondo sanitario, accademico e finanziario in un confronto trasversale e urgente.
Simona Loizzo, membro dell’Intergruppo Parlamentare sul Tumore al Seno, ha posto l’attenzione su diversi aspetti ancora trascurati: «L’accesso rapido ai farmaci oncologici fondamentali, il diritto alla ricostruzione, il sostegno alle donne libere professioniste colpite dal cancro che non riescono ad accedere al microcredito. Troppe spese per la terapia non sono coperte dal Sistema Sanitario Nazionale e spesso si perde anche il lavoro. Sono pronta a raccogliere proposte concrete da portare in Parlamento».
«Il nostro Istituto ha come obiettivo primario quello di sostenere le donne affinché possano affrontare il percorso oncologico con fiducia” – ha spiegato Valeria Vittimberga, Direttore Generale INPS – “La nostra sensibilità verso le persone oncologiche è molto forte, e la malattia non può diventare un ostacolo alla realizzazione personale».
Sul fronte sanitario, il Professor Lucio Fortunato, direttore della Breast Unit dell’Ospedale San Giovanni, ha sottolineato che: «La malattia tocca aspetti profondi come l’autonomia economica. Le spese sono ingenti, fino a 1000 euro a trimestre, e l’80% riguarda cure parasanitarie. Il 14% delle pazienti ha visto il proprio reddito dimezzato. Non possiamo ignorare questa realtà». Sul fronte del credito, Riccardo Graziano, Segretario Generale dell’Ente Nazionale per il Microcredito, ha illustrato alcuni progetti già avviati: «Da 2 anni a questa parte l’ENM, e in particolare il CdA con l’Avv. Rosaria Mustari, sta approfondendo questi temi per avviare nuovi progetti di finanziamento in favore delle donne afflitte dalla patologia oncologica e dalla tossicità finanziaria. Vogliamo aprire un tavolo operativo con il governo per rendere questi strumenti accessibili in tempi brevi». Cosimo Damiano Capolupo, Vice direttore Generale Banca Popolare del Lazio, ha sottolineato che: «È una forma di responsabilità sociale che può incidere realmente». Giorgio De Toma, Comitato Scientifico LILT ha rilevato che: «Serve invece un deciso rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale, con un’attenzione specifica per le donne oncologiche in difficoltà economica». Antonio Tomassini, Associazione Iniziativa Parlamentare per la Salute, ha proposto: «Una unità operativa che tenga insieme salute ed economia con tavoli decisionali partecipativi. Le disparità regionali restano un problema serio». Francesca Rovera, Preside Scuola di Medicina Università dell’Insubria, ha offerto una visione clinica integrata: «Non dobbiamo guardare solo alla sopravvivenza. La personalizzazione della cura, la multidisciplinarietà e il lavoro in rete tra sanitari, istituzioni e terzo settore sono essenziali». A prendere posizione, anche se a distanza, è Svetlana Celli, Presidente dell’Assemblea Capitolina, con un messaggio forte e deciso: «Dobbiamo intervenire offrendo un sostegno concreto alle donne che si trovano ad affrontare la tossicità economica legata alla malattia e agire in modo trasversale».
Un momento particolarmente toccante ha visto tutte loro protagoniste in un flashmob improvvisato, sollevando un cartello semplice ma potentissimo: “Io non sono un numero”.