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    Intervista al regista e scrittore Fabio Giovinazzo, ora in libreria con “Ad Auschwitz la torta di Gesù non aveva il Pan di Spagna”

    Regista, tra l’altro, de Il ponte della vergogna, docufilm riguardante i tragici avvenimenti che nell’estate del 2018 sconvolsero Genova dopo il crollo del ponte Morandi, Fabio Giovinazzo è attualmente nelle librerie con il suo testo letterario Ad Auschwitz la torta di Gesù non aveva il Pan di Spagna, pubblicato da Contatti e illustrato da Nicoletta Tangheri, che è anche interprete del suo lungometraggio Lady Cobra – Una killer in blues. Nell’attesa di vedere il suo film nelle sale cinematografiche, Mediatime.net ha avuto modo di intervistarlo.

    Da dove nasce l’esigenza di scrivere Ad Auschwitz la torta di Gesù non aveva il Pan di Spagna?
    La necessità di comunicare il mio pensiero in merito a quell’orrore surreale – tragedia bellica per eccellenza – che ha sempre la capacità di generare in me un notevole interesse. Quindi l’intima imposizione che ho deciso di seguire, ovvero rimodernare una tragedia, divenuta troppo intuitiva. Ed ecco il giorno di Natale nel campo di concentramento di Auschwitz.

    In quale categoria letteraria collocheresti il romanzo?
    Si tratta di un’opera non lineare, che tende alla poesia in prosa. Un linguaggio con rimbombo teatrale. Un dramma storico, e questo se vogliamo seguire il fil rouge di una caratterizzazione dedita al consumismo.

    Gireresti un film sull’Olocausto?
    Sì, e sarebbe fatto con la materia dei sogni.

    A proposito di film, tu hai appena girato Lady Cobra – Una killer in blues, tuo primo lungometraggio di finzione. Ce ne puoi parlare?
    Una donna – veterana di guerra in congedo, disadattata ma idealista – alterna il lavoro come fioraia all’attività di killer a pagamento. Vestita di rosa, riceve i suoi clienti in un cimitero e si sposta su una mitica Cobra degli anni Sessanta. Considerata la migliore, è conosciuta nell’ambiente con il nome di Lady Cobra e porta sempre a termine ogni incarico con la sua infallibile Smith & Wesson. Una terribile confessione la porterà a ribellarsi alle ingiustizie di una società sempre più depravata. Intimo psicodramma che sposa un forte senso di alienazione, è soprattutto l’enigmatico ritratto di una donna che cade senza respiro nell’abisso della solitudine. In definitiva una ballata tra affari sporchi e colpi di pistola in cerca di vendetta.

    Protagonista principale del film è la bravissima attrice Nicoletta Tanghèri. Quindi mi piace sottolineare il prezioso e commovente cameo di Adriano Aprà, critico cinematografico tra i più noti della storia in Italia, scomparso a Roma nello scorso mese di Aprile.

    Dove sarà possibile vedere il film?
    Dopo un evento privato a Genova c’è stata l’anteprima per i giornalisti che si è svolta a Roma presso l’Anica nel mese di Aprile 2024. Quindi sono uscite delle recensioni che mi hanno particolarmente soddisfatto. Nel mese di Novembre 2024 il film è stato proiettato con successo in più sale sul territorio ligure e adesso sto cercando di creare una diffusione efficace su quello nazionale, sempre con spirito indipendente. Attualmente il mio stato d’animo è attraversato da emozioni e sensazioni molto importanti dal momento che Lady Cobra – Una killer in blues sta raccogliendo vittorie e riconoscimenti preziosi in vari festival nazionali ed internazionali. E l’avventura è appena iniziata. Ci tengo infine a ringraziare Francesco Lomuscio, che è l’ufficio stampa di questo mio film e che, ben conoscendo le mie esigenze, mi sta sostenendo in modo efficace.

    I tuoi prossimi progetti riguarderanno maggiormente il cinema o la letteratura?
    Fanno parte di quell’intima capacità espressiva che mi permette di comunicare con gli altri manifestando il mio pensiero con la mia curiosità, affrontando le mie paure con la mia voglia di giocare. Un linguaggio non esclude l’altro.

    Foto: Gianni Ansaldi

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