In una mossa che ha scosso il panorama dei social media, Meta ha annunciato la revoca delle “licenze” ai fact-checker negli Stati Uniti, con l’intenzione di estendere questa politica a livello globale. Questa decisione segna un’inversione di rotta rispetto alla precedente strategia di moderazione dei contenuti, suscitando interrogativi sulle motivazioni reali che si celano dietro questa scelta.
Se da un lato alcuni potrebbero interpretare questa mossa come un’apertura verso una maggiore libertà di espressione, Meta sembra essere spinta da ragioni ben più pragmatiche. La popolarità di Facebook è in declino, mentre piattaforme come X, guidata da Elon Musk, emergono come nuovi baluardi della libertà di parola. In questo contesto, Zuckerberg si trova a dover inseguire i suoi concorrenti, cercando di recuperare terreno in un mercato sempre più competitivo.
La fine del fact-checking centralizzato rappresenta un cambiamento significativo. Gli utenti non dovranno più subire la censura di “giornalisti qualunque” che, in passato, decidevano arbitrariamente la veridicità delle informazioni, spesso influenzati da dinamiche di potere. Come sottolineato da Marco Travaglio e Lucio Caracciolo su LA7, il vero arbitro della validità di una notizia è il lettore stesso, dotato della capacità di discernere tra informazioni accurate e false.
Questa nuova politica di Meta, pur nascendo da esigenze economiche, porta con sé un “effetto collaterale” positivo: una maggiore autonomia per gli utenti nella valutazione delle notizie. Resta da vedere se questa scelta si tradurrà in un reale beneficio per la libertà di espressione o se si rivelerà una semplice manovra di marketing per riconquistare utenti.
La decisione di Meta solleva diverse questioni. Come verrà gestita la disinformazione in futuro? Quali strumenti verranno messi a disposizione degli utenti per aiutarli a distinguere le notizie false? Sta di fatto che il molti casi, in questi ultimi anni, la censura sui social è risultata spesso ridicola, soprattutto nei casi in cui priva riscontri concreti. Sarà interessante osservare come questa nuova politica influenzerà il dibattito pubblico e la diffusione delle informazioni online.