«Se vuoi trovarti davvero, devi prima avere il coraggio di perderti. Solo così scoprirai chi davvero sei». È questo il messaggio alla base del nuovo film della Disney Oceania 2, dal 27 novembre al cinema. Ma non è certo l’unico. Un altro, importante, insegnamento è che non esiste mai un solo modo per raggiungere l’obiettivo desiderato. Se una strada è preclusa, infatti, “c’è sempre un’altra via”.
La storia ha inizio tre anni dopo la fine del precedente capitolo. Vaiana è ormai una navigatrice esperta e solca il suo amico oceano in cerca di altri popoli. Ma, inspiegabilmente, per quanto si spinga lontano non incontra mai anima viva. Questo a causa della maledizione di Nalo, il dio delle tempeste, contrario all’unione tra i popoli. Diventata ora più responsabile e conscia dei pericoli, Vaiana stavolta non vorrebbe partire, anche perché dovrebbe separarsi dalla sorellina piccola per chissà quanto tempo. L’isolamento, però, destinerà la sua isola al decadimento, con la conseguente sparizione della vita umana. Spronata quindi da tutti, e in particolare dallo spirito della nonna, decide di affrontare l’ignoto con un improbabile equipaggio: l’inseparabile Heihei, il galletto indispensabile per dare, nel bene e nel male, una svolta alla trama; il maialino Pua, ora più cresciuto e cicciottello; Kele, il burbero agricoltore che dovrà garantire parte dei viveri necessari per il viaggio; Loto, la geniale inventrice un po’ troppo entusiasta; Moni, il cantastorie eccitato all’idea di poter incontrare il semidio Maui, che non poteva certo mancare. Come non possono mancare i Kakamora, con uno dei loro guerrieri, Koto, che dimostrerà come non tutti i cattivi sono poi realmente cattivi.
Per finire, un piccolo consiglio. In tutto il lungometraggio sono sparpagliati numerosissimi riferimenti al primo film. Se possibile, sarebbe quindi consigliabile recuperarlo prima di vedere questo sequel, in modo da apprezzare al meglio tutte le citazioni e riconoscere anche le più labili.