Magazine di Lifestyle, Spettacolo, Viaggi e Food

Una terapia di gruppo: confusi e infelici

È da un soggetto originale scritto dal francese Laurent Baffie e già portato sullo schermo nel grande successo spagnolo Toc toc di Vicente Villanueva che prende le mosse Una terapia di gruppo, nelle sale cinematografiche a partire dal 21 Novembre 2024.
Locandina film "Una terapia di gruppo"Diretto dal Paolo Costella rientrante nel quintetto di sceneggiatori dell’acclamato Perfetti sconosciuti e regista, tra gli altri, di A Natale mi sposo e Vicini di casa, porta in scena sei pazienti affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo che ricevono per errore appuntamento alla stessa ora nello studio di un luminare della psicoterapia ritrovandosi, però, in compagnia della sola segretaria dal volto di Lucia Mascino… nell’attesa del professore che non sembra palesarsi.
Situazione che li porta ad improvvisare una terapia di gruppo autogestita affrontando i propri traumi l’uno davanti all’altro: da un Claudio Bisio affetto dalla sindrome di Tourette e che si abbandona dunque involontariamente al turpiloquio ad un Leo Gassman perennemente attaccato al proprio telefono cellulare e terrorizzato dall’idea di rimanere escluso da qualsiasi occasione di lavoro; passando per un Claudio Santamaria che non può fare a meno di contare tutto ciò che gli capita sotto tiro, una Valentina Lodovini vittima di revenge porn fissata con la pulizia, una Margherita Buy maniaca del controllo e una Ludovica Francesconi che, oltre a ripetere due volte qualsiasi frase pronunci, è ossessionata dalla simmetria.
La Ludoviva Francesconi i cui retroscena, rispetto a quelli degli altri, virano maggiormente verso il dramma nell’ambito di una commedia dall’idea di partenza se vogliamo neanche troppo originale, considerando che vicende analoghe erano già state al centro di Ma che colpa abbiamo noi di Carlo Verdone e Confusi e felici di Massimiliano Bruno.
Tanto più che dal primo proviene la Buy e dal secondo Bisio, qui destinato a generare equivoci e risate a causa della sindrome che lo tormenta.
Sebbene, con inclusa una gag a base di palpebre bloccate, non molte siano le occasioni per ridere durante lo svolgimento di Una terapia di gruppo, strutturato su un’impostazione piuttosto teatrale testimoniata soprattutto dai pochissimi esterni.
Un’operazione che, sorretta in particolar modo dal ricco cast, senza generare troppi entusiasmi si lascia comunque tranquillamente guardare riuscendo a non rientrare tra le meno riuscite prove di Costella, il quale sfoggia una regia tutt’altro che sciatta… fino ad una rivelazione inaspettata e ad un’ultima sorpresa posta nel mezzo dello scorrimento dei titoli di coda.

Exit mobile version