Con Iddu – L’ultimo padrino, nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 2 Ottobre 2024, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza ci portano da qualche parte in Sicilia, nei primi anni del XXI secolo.
Stavolta, infatti, sono alcuni eventi legati alla vita di Matteo Messina Denaro – boss dell’organizzazione criminale di taglio mafioso-terroristico Cosa nostra – a fornire lo spunto di partenza delle oltre due ore di visione.
Oltre due ore di visione che prendono avvio dal momento in cui il politico di lungo corso Catello Palumbo, soprannominato “il preside” e in possesso dei connotati di Toni Servillo, scontati per mafia alcuni anni di prigione si ritrova fuori dalle sbarre che ha praticamente perso tutto; cogliendo, di conseguenza, l’occasione per rimettersi in gioco quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio: Matteo, appunto, ultimo grande latitante in circolazione.
Il Matteo cui concede anima e corpo l’infallibile Elio Germano e ospite in casa di Lucia alias Barbora Bobulova, con il quale Catello inizia quindi un unico quanto improbabile scambio epistolare cercando di approfittare del suo vuoto emotivo.
Tutti volti destinati a rendere la recitazione il maggiore punto di forza di Iddu – L’ultimo padrino, che vanta oltretutto un buon lavoro sulla colonna sonora eseguito da Colapesce senza l’abituale collega Dimartino.
Perché, sebbene Grassadonia e Piazza tentino di conferire al tutto una parvenza di originalità nell’infondere un certo sapore grottesco ricorrendo ad una inaspettata sottile venatura ironica, l’eccessivamente lento ritmo di narrazione non può fare a meno di testimoniare una forte debolezza d’insieme.