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“Speak no evil – Non parlare con gli sconosciuti”: orrori danesi made in USA

All’occhio attento della Blumhouse Productions non poteva certo sfuggire Speak no evil, thriller danese a tinte horror che, girato in periodo di Covid-19 da Christian Tafdrup, si è immediatamente conquistato uno spazio di culto tra gli appassionati del genere.
Dunque, il produttore Jason Blum e soci hanno pensato bene di rifare all’americana la semplice ma inquietante vicenda della coppia proveniente dalla Danimarca con figlia al seguito che, in vacanza in Toscana, viene invitata a trascorrere in campagna un week-end da una famiglia olandese il cui bambino non parla perché pare soffra di un mancato sviluppo della lingua.
E allora il nucleo danese nel remake diventa americano con papà e mamma incarnati da Scoot McNairy e Mackenzie Davis e la bambina in possesso dei connotati di Alix West Lefler, mentre quello olandese è qui inglese e rappresentato da James McAvoy, Aisling Franciosi e il piccolo Dan Hough.
La vacanza si consuma nuovamente in Italia e, sotto la regia del James Watkins autore di Eden Lake con Michael Fassbender e The woman in black con Daniel Radcliffe, la circa ora e cinquanta di visione risulta piuttosto fedele al modello di partenza.
Infatti, se escludiamo parentesi come quella dei due ragazzini che improvvisano un balletto sulle note di Cotton Eye Joe, la lenta evoluzione narrativa permeata di tensione generata dal bizzarro comportamento sfoggiato da un McAvoy magistrale rispecchia non poco quella che aveva accompagnato tuttala prima parte del lungometraggio di Tafdrup.
Ma allora in cosa differisce Speak no evil – Non parlare con gli sconosciuti rispetto al prototipo?
Senza alcun dubbio, pur mantenendone il clima di paranoia quasi polanskiano, questo rifacimento non è avvolto dalla glacialità tipica di una certa cinematografia europea che individua tra i propri esempi di spicco il chiacchieratissimo Funny games di Michael Haneke.
Ciò, però non è detto si debba considerare un difetto, in quanto agli occhi del pubblico mondiale appare di sicuro più “orecchiabile” una regia da prodotto d’intrattenimento a stelle e strisce che una certa freddezza in fotogrammi tipica della Settima arte danese.
Quello stesso pubblico che, proprio a proposito d’intrattenimento, apprezzerà probabilmente, poi, il fatto che Speak no evil – Non parlare con gli sconosciuti elimini il pessimismo del materiale di partenza per trasportare l’operazione maggiormente nel territorio di un liberatorio revenge movie.
In fin dei conti, nelle sale cinematografiche italiane a partire dall’11 Settembre 2024, è di una produzione yankee che stiamo parlando… che piaccia o no.

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