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MaXXXine: un’altra sexy horror story

Se con Pearl, ambientato nel Texas del 1918, aveva provveduto a fornire un prequel al suo X – A sexy horror story, che, in evidente omaggio a Non aprite quella porta di Tobe Hooper, inscenava nella fattoria di una coppia di anziani un massacro ai danni di una troupe di giovani filmmaker decisi a girare a fine anni Settanta una pellicola per adulti, attraverso MaXXXine – nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 21 Agosto 2024 – Ti West chiude la trilogia.
Protagonista è di nuovo Mia Goth che riprende i panni di Maxine Minx, la quale, divenuta star dell’hard, si trova stavolta nella Hollywood degli anni Ottanta all’inseguimento del sogno di recitare in pellicole lontane dalle luci rosse… se non fosse per il fatto che un misterioso serial killer stia provvedendo ad eliminare proprio le giovani attrici.
Del resto, è la vera vicenda dell’omicida che i media americani denominarono “Night stalker” che West mescola a questo racconto di fantasia destinato a tirare progressivamente in ballo sia i detective Williams e Torres, ovvero Michelle Monaghan e Bobby Cannavale, sia il bizzarro investigatore privato John Labat incarnato da Kevin Bacon, ingaggiato da qualcuno a detta sua molto potente.
E, tra manifestazioni anti-pornografia, omaggi cinefili comprendenti il Bates Motel di Psycho e split screen usato all’occorrenza, è proprio la colorata estetica del decennio reaganiano che MaXXXine rievoca fedelmente.
Il decennio in cui, come mostrato anche nel film, spopolavano le videoteche dove si potevano noleggiare in VHS proprio sporchi e cattivi b-movie tutt’altro che distanti dal lungometraggio in questione.
Quindi, pur ricorrendo ad un epilogo non troppo chiaro al primo impatto, è proprio grazie a questo aspetto che MaXXXine fa centro, riuscendo a riportare nostalgicamente indietro nel tempo coloro che, una volta entrati nel videonoleggio, non si accontentavano magari di prendere in affitto il blockbuster del momento per ripiegare, invece, sull’oscuro horror del Frank Henenlotter o William Lustig di turno o su poco celebrate saghe thriller poliziesche come quella di Angel killer.
Con la sempreverde Bette Davis Eyes di Kim Carnes nei titoli di coda e non indifferenti dosi di violenza sguazzanti in mezzo a deflagrazioni di teste, corpi fatti a pezzi, sgozzamenti e perfino un impressionante schiacciamento di testicoli, i fan di quel cinema di genere semplice ed essenziale che nel XXI secolo sembra essere diventato quasi un’utopia non possono di conseguenza che essere colpiti nel cuore da MaXXXine… oltretutto tassello maggiormente movimentato di questa riuscita saga westiana.

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