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Here after – L’aldilà: il tempo di (non) morire

Nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 25 Luglio 2024, Here after – L’aldilà è una co-produzione tra Italia e Stati Uniti che rappresenta il primo lungometraggio a firma di Robert Salerno, produttore dalla lunga carriera comprendente, tra gli altri, 21 grammi di Alejandro G. Iñárritu e l’horror Smile di Parker Finn.
D’altra parte, rientra in quest’ultimo genere anche la circa ora e mezza di visione incentrata sulla talentuosa pianista adolescente Robin, che, interpretata da Freya Hannan-Mills, comincia a manifestare comportamenti sempre più inquietanti e pericolosi dopo essere miracolosamente sopravvissuta ad un’esperienza di pre-morte.
Ed è una fotografia dai toni funerei a cura di Bartosz Nalazek ad avvolgere Here after – L’aldilà, sostenuto in maniera particolare da Connie Britton nei panni di Claire, madre della ragazza e che, ovviamente preoccupata per ciò che sta accadendo alla figlia, si trova a dover riaffrontare un segreto che è stato tenuto nascosto per troppo tempo.
Un segreto legato ad una dolorosa esperienza che ha segnato il suo passato e quello di Robin; man mano che il cast si popola di non pochi volti nostrani, dal Giovanni Cirfiera che incarnò Agnelli in Le Mans ’66 – La grande sfida di James Mangold al Tommaso Basili che curiosamente l’avvocato al vertice della FIAT lo ha impersonato in Ferrari di Michael Mann, passando per il bravo Andrea Bruschi, il zaloniano Alessandro Bressanello e la Giorgia Trasselli della sitcom Cascina Vianello.
hPerò, se già lo script a firma della Sarah Conradt che ha sceneggiato Mothers’ instinct di Benoît Delhomme propone una vicenda (oltretutto confusa) al cui interno risulta molto facile avvertire una totale assenza di originalità, l’estrema lentezza della narrazione non aiuta certo l’insieme ad apparire interessante e coinvolgente agli occhi dello spettatore.
Tanto più che il tutto è continuamente intervallato da ripetitivi flashback e che diversi momenti a base di solo commento musicale vengono tirati eccessivamente per le lunghe… conferendo a Here after – L’aldilà un look nient’affatto distante da quello caratterizza tanti noiosi e anonimi thriller destinati ai palinsesti televisivi pomeridiani del periodo estivo.

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