Dopo aver affrontato la tematica dell’invasione di zombi attraverso la sua piccola opera precedente, Go home – A casa loro, la regista Luna Gualano concretizza in fotogrammi un nuovo tipo di apocalisse ai margini del cinema di genere prendendo di petto la fantascienza e portando a Roma una vera e propria egemonia aliena che si annida tra le menti della periferia.
Vero e proprio sci-fi capitolino, La guerra del Tiburtino III è un prodotto che amalgama citazionismo sfrenato rivolto ad un certo cinema americano – a partire dai vermoni striscianti che ricordano non poco quelli visti in Dimensione terrore d Fred Dekker e Slither di James Gunn – con l’ironia tipica del nostro panorama, cercando di lasciare che il lessico romano possa prendere possesso dei deliranti dialoghi e delle battute che vengono sciorinate di tanto in tanto.
Conscia del fatto che in Italia la realizzazione di un titolo di genere debba anche soddisfare l’esigenza di lanciare un diretto messaggio sociale, la Gualano fa sì che la sua opera si trascini avanti a suon di metaforici accenni all’intolleranza popolare del momento, la quale ha visto a più voci inneggiare ad un razzismo latente e, a suo modo, veramente “inspiegabile”.
Un espediente che alimenta ne La guerra del Tiburtino III la voglia di graffiare e di intrattenere di fotogramma in fotogramma, arricchendo il tutto con la collaborazione di attori di un certo richiamo quali – oltre al citato Calabresi – Paola Minaccioni, Francesco Pannofino, Carolina Crescentini, Pier Giorgio Bellocchio e Veronika Logan.
Prodotto dai Manetti Bros, il film è disponibile in dvd grazie a CGHV (www.cgtv.it), con dieci minuti di backstage e il trailer quali contenuti speciali.
Mirko Lomuscio