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Immaculate – La prescelta: presagio infernale per Sydney Sweeney

È la stessa protagonista Sydney Sweeney a figurare tra i produttori di Immaculate – La prescelta, che, nelle sale cinematografiche italiane a partire da Giovedì 11 Luglio 2024, la vede nuovamente diretta dal Michael Mohan per il quale aveva interpretato The voyeurs e la serie televisiva Everything sucks!.
La Sydney Sweeney che veste in questo caso i panni della giovane suora americana Cecilia, la quale, profondamente religiosa, viene chiamata per trasferirsi in un convento remoto immerso nella campagna italiana dove, dopo un caloroso benvenuto, sprofonda però presto in un vero e proprio incubo ad occhi aperti.
Perché, man mano che in scena troviamo anche i volti nostrani di Giorgio Colangeli, Dora Romano, Simona Tabasco e Benedetta Porcaroli rispettivamente nei ruoli del cardinale Franco Merola, della Madre superiora e delle suore Mary e Gwen, Cecilia non impiega molto tempo a scoprire che, tra segreti oscuri e orrori innominabili, le antiche mura del posto ospitano forze maligne che minacciano di trascinarla nell’abisso della follia.
Un plot, quello fornito dalla sceneggiatura di Andrew Lobel, che all’appassionato di horror da schermo non racconta dunque assolutamente nulla di nuovo, soprattutto se pensiamo che ricorda fin troppo da vicino il soggetto alla base del contemporaneo Omen – L’origine del presagio di Arkasha Stevenson.
Eppure, al di là dell’immancabile e sempre più banale ricorso allo stratagemma del jump scare, Immaculate – La prescelta svolge dignitosamente il proprio compito di regalare allo spettatore un efficace film di paura a tematica ecclesiastico-demoniaca.
E i pregi vanno sicuramente riconosciuti, in primis, alla scelta di non lasciare affatto a desiderare per quanto riguarda la violenza, con tanto di splatter e un mozzamento di lingua richiamando addirittura, a tratti, i tempi d’oro della sanguinolenta exploitation tricolore anni Settanta e Ottanta di Joe D’Amato alias Aristide Massaccesi e colleghi.
Exploitation che probabilmente il regista Mohan conosce, considerando che nella circa ora e mezza di visione include all’interno della colonna sonora perfino un tema musicale composto da Bruno Nicolai per La dama rossa uccide sette volte, thriller diretto nel 1972 da Emilio Miraglia.
Il movimento, poi, non manca e, pur senza grossi entusiasmi, non ci si annoia affatto.

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