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Farine di insetti: come riconoscerle sulle confezioni di alimenti

In Europa, da poco più di un anno, è stato dato il via libera all’utilizzo di alcuni insetti come ingredienti alimentari. Tra questi, i più comuni sono il grillo domestico (Acheta domesticus), la larva gialla della farina (Tenebrio molitor), la locusta migratoria (Locusta migratoria) e il verme della farina minore (Alphitobius diaperinus).

Perché gli insetti?
L’utilizzo di insetti come fonte di proteine nell’alimentazione umana potrebbe presentare diversi vantaggi. Innanzitutto, gli insetti sono un’ottima fonte di proteine, fibre, vitamine e minerali. Inoltre, la loro produzione ha un minor impatto ambientale rispetto all’allevamento tradizionale di animali da carne. Ad esempio, gli insetti richiedono meno terra, acqua e mangime per crescere e producono meno gas serra.
Ma cosa sappiamo su eventuali intolleranze per l’organismo umano? Su questo ancora non sono state fornite risposte definitive dai ricercatori.

Come riconoscerli sulla etichetta?
La presenza di ingredienti a base di farina di insetti nei prodotti alimentari deve essere sempre chiaramente indicata in etichetta.
Ecco alcuni esempi di come gli ingredienti a base di farina di insetti potrebbero essere indicati in etichetta:

Oltre al nome latino, la denominazione sull’etichetta potrebbe includere anche il nome comune dell’insetto, come “grillo in polvere” o “farina di locuste”.

Cosa aspettarsi dal futuro?
L’utilizzo di farine di insetti nell’alimentazione umana è ancora agli inizi, ma le potenzialità, così come le insidie, sono molte. Con la crescente attenzione alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare, gli insetti potrebbero rappresentare un’alternativa, anche se discutibile, alle proteine tradizionali.
È importante sottolineare che la scelta di consumare o meno prodotti a base di insetti è una decisione personale. Tuttavia, è fondamentale conoscere le informazioni necessarie per fare scelte consapevoli e informate.

Foto: Pixabay

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