La Val d’Ega (BZ) sa far battere forte il cuore, non solo perché offre scorci sulle Dolomiti da mozzare il fiato, ma anche per le sue incredibili esperienze in cui sentire la montagna a fior di pelle, scalandola presa dopo presa. Vie ferrate ed escursioni per gambe allenate e cuori impavidi, sono uno dei fiori all’occhiello della valle nel cuore del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Un caleidoscopio di avventure per gli scalatori che possono salire in quota su percorsi in verticale facilmente raggiungibili, con diversi gradi di difficoltà, e per gli escursionisti esperti amanti dell’adrenalina.
Ad esempio, si distingue l’escursione di circa 7 km per 4 ore al pittoresco pinnacolo Torre di Pisa a quota 2.671 metri, che offre in premio un incredibile punto panoramico. Partendo dalla stazione a monte della seggiovia panoramica nei pressi del rifugio Oberholz, dotato di una soleggiata terrazza a 360°, si segue un sentiero che conduce in alto, dove lo sguardo si tuffa tra imponenti cascate di massi dalle forme straordinarie.
Il nome è meno curioso di quanto si pensi, infatti le formazioni rocciose che si raggiungono dopo la salita e portano al centro del Latemar assumono proprio le sembianze della famosa torre pendente.
Imperdibile per le gambe più allenate il Pulpito del Latemar: attraversando i bellissimi prati del Latemar si raggiunge il Latemar cinema che, come il nome stesso suggerisce, offre una magnifica vista panoramica. Le successive fatiche dell’ascesa sul Pulpito del Latemar sono ripagate dalla splendida vista sul gruppo Pala, il ghiacciaio della Marmolada, il massiccio del Sella, il Sassolungo, il Catinaccio, le Alpi dell’Ötztal e l’Ortles. Il percorso ha una durata di circa 3 ore e si estende per 7 km.
Sono invece necessarie 5 ore per salire i 6,3 km della via ferrata intorno e sulla cresta del massiccio meridionale del Catinaccio. Dall’arrivo della seggiovia Paolina da Carezza, il sentiero Masaré porta al rifugio Roda di Vael a 2280 metri. Da lì, la via ferrata conduce lungo la cresta meridionale del Catinaccio attraverso cenge, camini e torri di roccia. Giunti in vetta, si può scendere direttamente al rifugio Roda di Vael o aggiungere l’ulteriore via ferrata sul massiccio che gli presta il nome.
Scalini di roccia, scale di ferro e creste sono elementi ricorrenti di una dimensione che comunica un senso di balsamica libertà, nella quale è tuttavia necessario immergersi con passo deciso, attrezzatura adeguata e la consapevolezza delle proprie capacità. Per non correre rischi, migliorare la tecnica e controllare gli strumenti, è possibile rivolgersi alle guide alpine della Val d’Ega e farsi consigliare dagli esperti.