Nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 23 Maggio 2024, Furiosa – A Mad Max saga intende essere il prequel di quel Mad Max: Fury road tramite cui l’australiano George Miller provvide nove anni fa a proseguire la serie che, creata da lui stesso, sembrava essersi esaurita negli anni Ottanta attraverso la trilogia costituita da Interceptor, Interceptor – Il guerriero della strada e Mad Max oltre la sfera del tuono (quest’ultimo co-diretto da George Ogilvie).
Il Mad Max: Fury road in cui abbiamo fatto conoscenza con l’imperatrice Furiosa interpretata da Charlize Theron e al passato della quale, come è intuibile dal titolo, è dedicato questo quinto tassello del franchise.
Infatti, in un mondo che va in rovina la troviamo prima bambina, con le fattezze di Alyla Browne, che viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri per cadere nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus alias Chris Hemsworth, poi adulta ma comunque giovane, con quelle della Anya Taylor-Joy di Ultima notte a Soho e della serie televisiva La regina degli scacchi.
Man mano che, percorrendo le Terre Desolate, ci si imbatte nella Cittadella presieduta dall’Immortan Joe di Lachy Hulme e prende quindi forma il contrasto tra i due tiranni per il predominio; mentre, oltre a lottare per sopravvivere e ritrovare la strada di casa, Furiosa porta con sé un forte desiderio di vendetta.
Ed è una divisione in capitoli a scandire la narrazione di quasi due ore e mezza in fotogrammi che, tempestate di freak assortiti, vanno dunque ad accodarsi alla moda hollywoodiana proto-femminista del terzo millennio che vuole riletture “rosa” di cult e classici che hanno fatto del machismo e del testosterone spinto al massimo le loro parole d’ordine.
Quasi due ore e mezza rispecchianti bene o male nel look fotografico proprio il precedente Mad Max: Fury road, con colori spesso desaturati in favore di tonalità calde.
Un capitolo piuttosto frenetico, quello, rispetto al quale Furiosa – A Mad Max saga risulta decisamente molto meno fracassone… ma, a tratti, anche più fiacco.
Chiaramente, in mezzo a violenza, ruote fumanti e polverosi scenari la spettacolarità non manca davvero, grazie alla consueta lodevole regia di Miller che regala, tra l’altro, una lunga sequenza di attacco ad un’autocisterna.
Però, con Tom Burke coinvolto nei panni dell’avventuriero Jack che si trova ad affiancare la protagonista, non è difficile avvertire l’impressione di trovarci dinanzi ad un episodio che, oltretutto tirato un po’ troppo per le lunghe, si rivela piuttosto irrilevante… testimoniando ancora una volta la pochezza di idee che affligge in questo XXI secolo una Hollywood cui non rimane altro da fare che continuare a raschiare inesorabilmente il fondo del barile.