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Enogastronomia, anche una toscana tra le grandi chef di Confagricoltura

Una donna che da coltivatrice è diventata chef sarà la “ambasciatrice” della cucina toscana in un libro di Confagricoltura sull’enogastronomia italiana. Francesca Vierucci, cresciuta a San Vincenzo, sarà tra le protagoniste del progetto “Le grandi chef incontrano Confagricoltura Donna”, che sarà presentato il 17 aprile a Roma, nella Sala Tatarella della Camera dei deputati, alle 14.30. Il progetto raccoglie nove ricette di altrettanti grandi cuoche provenienti da diverse regioni, che con una ricetta a loro scelta spiegano le tradizioni regionali e personali. Nel ricettario vengono privilegiati i prodotti freschi, locali, tipici: un punto di forza del patrimonio culturale nazionale. Vierucci, amante del km 0, presenta la sua ribollita, un piatto figlio della sua regione, essenzialmente umile ma radicato negli usi e costumi. Ribollita come incarnazione di agricoltura: questa è la metafora della cucina della chef toscana, che esegue la sua ricetta a regola d’arte e la porta agli occhi di tutti.
«Il progetto di Confagricoltura Donna – dice Vierucci – sintetizza tutto il mio lavoro. Come le mie colleghe, sono una donna che manda avanti un’attività in un settore combinato: agricolo e culinario. Ho voglia di creare scambi e collaborazioni con le altre chef perché in questo campo la creatività è tutto, e confrontarsi è sempre bello».
«Vivo in un’azienda agricola dal 1982 – racconta Vierucci – e lavoro in cucina dal 1996. Quello che unisce la mia passione per l’agricoltura al mio lavoro è l’amore per la materia prima. Scelgo gli ingredienti rispettando i ritmi della natura. Mi impegno per adattare la mia cucina alla produzione del territorio, in termini di tempistiche e quantità».
«La mia attività si auto sostiene – conclude la chef – utilizziamo i frutti delle nostre terre e dei nostri animali, e abbiamo orti bioattivi che riducono gli sprechi d’acqua. La mia filosofia si basa su questo: amore per la materia prima e, naturalmente, della tradizione toscana perché è da dove vengo».

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