La vittoria italiana al mondiale di rally del 1983, Race for Glory è una pellicola che affronta il tema delle gare nel rally. Se cercate film con questo argomento troverete solo il giapponese Safari 5000 di Koreyoshi Kurahara (1969), che ci racconta del rally in Africa in un film di oltre tre ore di grande successo in Giappone, ma ormai totalmente dimenticato.
Di conseguenza tanto di cappello al regista Stefano Mordini e Riccardo Scamarcio nei panni di Cesare Fiorio, perché oltre a potere classificare la loro pellicola come vero e proprio unico film sul mondo dei Rally si è scelto di portare al grande pubblico (in particolare per le nuove generazioni) la figura di Cesare Fiorio il leggendario direttore sportivo della Lancia e per un breve periodo anche della Ferrari Formula 1 che vanta 18 titoli mondiali vincente nei Rally, per un soffio con la Ferrari contro Ayrton Senna, e poi nella motonautica.
Riccardo Scamarcio ha scelto semplicemente di raccontare un pezzetto della vita sportiva di Cesare, per il quale cinque stagioni di serie tv su Netflix sarebbero appena sufficienti per riassumere la sua carriera.
Se la pellicola dal punto di vista cinematografico potrà sembrare meno avvincente di Rush, o della sfida di Le Mans 66 è solo perché si è scelto di raccontare il lato umano del direttore sportivo e dei piloti di rally, privilegiando scene vere, senza effetti speciali, girando dove effettivamente si sono svolte le gare, raccontando alcuni episodi veri qualcuno volutamente falso per esigenze di sceneggiatura, ma cercando di trasmettere anche lo spirito dell’epoca. Cast di grande respiro con Daniel Brühl (il Lauda di Rush) nei panni del direttore sportivo Audi Roland Gumpert che con la sua quattro motrici si preparava all’ennesimo trionfo a cui poteva opporsi con poche risorse economiche Cesare Fiorio sotto l’occhio vigile di Gianni Agnelli (interpretato in un cameo da Lapo Elkann).
E’ la classica sfida Davide contro Golia, Germania vs Italia, la sceneggiatura scritta da Filippo Bologna (ma secondo noi anche da un entusiasta Riccardo Scamarcio) vuole restituirci una storia all’epoca epica, ma anche farci conoscere tante figura umane. Il problema di illustrare una gara di Rally è qualcosa di impossibile e dobbiamo dare atto ai numerosi espedienti di sceneggiatura che scelgono attraverso una intervista a Cesare Fiorio di condurci all’interno della storia, grazie anche un’ottima ricostruzione dell’epoca e delle auto, le musiche di Venerus. La figura femminile di spicco incarnata da Jane McCoy (Katie Clarkson-Hill), medico di squadra e nutrizionista figlia di un pilota morto in Corsica, che cerca di elaborare un lutto senza fine, viene utilizzata per fare comprendere anche la pericolosità di uno sport che ha mietuto tante vittime in pista.
I piloti antagonisti nella pellicola sono il campione Walter Röhrl (Volker Bruch, il leggendario commissario della serie tv Babylon Berlin) scelto per guidare la Lancia ma solo in quelle gare che deciderà lui, e il suo sfidante il pilota Audi, il finlandese Hannu Mikkola (Gianmaria Martini). Se proprio dobbiamo muovere una piccola critica alla pellicola è quella di dare forse troppo per scontato che lo spettatore sia super preparato a conoscere tutto il mondo del rally del 1983 ad esempio vedere quasi di sfuggita la leggendaria e tenace pilota Audi Michèle Mouton (interpretata da Esther Garrel, sorella di Louis), che con equipaggio totalmente femminile con la sua navigatrice sfidava alla pari i suoi colleghi maschi è un dato che solo gli appassionati possono ricordare. Il problema di cercare di riportare tutto era sinceramente difficile, la scelta corretta di esaltare e celebrare la figura di Cesare Fiorio sarà senz’altro uno stimolo per gli spettatori per scoprire una leggenda vivente del motorsport digitando il suo nome sui motori di ricerca. Per i tifosi più attempati, che non dimenticano il dito medio esibito al direttore sportivo Ron Dennis della McLaren quando Nigel Mansell con la Ferrari stava trionfando nel Gp del Portogallo nel 1989, ma venne squalificato per una irregolarità nella sosta ai box, all’epoca Cesare Fiorio era da poco approdato a Maranello e rapidamente aveva imposto la sua filosofia “conta solo vincere”, la pellicola invece offre la giusta esaltazione della figura di Fiorio. Ci auguriamo in futuro che Riccardo Scamarcio possa continuare l’avventura di raccontare le gesta del direttore sportivo, sinceramente totalmente a suo agio nella pellicola nei suoi panni, lo consideriamo davvero l’attore ideale per rifare il gesto al direttore sportivo della McLaren Ron Dennis.
Race for Glory – Audi vs Lancia nei migliori cinema dal 14 marzo.