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Imaginary: un tranquillo peluche di paura

È immediatamente dopo un prologo a base di incubo che facciamo conoscenza con i protagonisti di Imaginary, che, diretto dal Jeff Wadlow cui dobbiamo Kick-Ass 2 e Fantasy island, sarà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 14 Marzo 2024.
Protagonisti a partire dalla Jessica di DeWanda Wise, la quale torna a vivere insieme alle due figliastre e al compagno nella casa in cui è cresciuta; senza immaginare, però, che la più piccola, Alice alias Pyper Braun, trovato in cantina un orsacchiotto di peluche di nome Teddy stia dando inizio ad un vero e proprio incubo ad occhi aperti.
Perché quello che per la piccola sembrerebbe essere soltanto un pupazzo da trasformare nel suo amico immaginario si rivela presto essere, in realtà, qualcosa di molto più pericoloso.
Attenzione, però, in quanto Imaginary non rientra affatto nel filone dei giocattoli animati e trucida-innocenti comprendente titoli quali la serie La bambola assassina e il recente M3gan; bensì si incanala dalle parti dell’horror psicologico dai risvolti soprannaturali rivelandosi, a suo modo, quasi più un lontano parente di Bad Pinocchio di Kevin S. Tenney e un diretto discendente di Z: Vuole giocare di Brandon Christensen, con cui condivide un plot decisamente simile.
Infatti, con tanto di psicologa tirata in ballo, non abbiamo una struttura da slasher movie a base di fantasiose uccisioni, ma ci si concentra su una lenta evoluzione narrativa al cui interno provvede già a far aumentare una certa sensazione di mistero la presenza dell’anziana insegnante Gloria, interpretata dalla Betty Buckley che fu Miss Collins nel super classico Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma e che molti ricordano come la Abby dello storico telefilm La famiglia Bradford.
Una lenta evoluzione narrativa al servizio di un’attesa forse tirata leggermente per le lunghe, ma che anticipa fortunatamente una seconda parte non priva di spettacolarità e creature mostruose destinata a far apparire Imaginary una favola dagli echi kruegeriani dal retrogusto di Alice nel paese delle meraviglie.
Nulla di particolarmente originale, se consideriamo oltretutto avvertibili influenze provenienti anche visivamente da altri noti titoli appartenenti alla celluloide dell’orrore, ma l’inquietudine non manca e il tutto si lascia tranquillamente guardare.

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