Reso disponibile in limited edition blu-ray da Plaion pictures all’interno della sua sempre più ricca collana Midnight Factory, dedicata al cinema horror, Mad God si rivela senza alcun dubbio una visione unica e priva di precedenti, fuori da qualsiasi altro schema.
D’altra parte, difficilmente, in un terzo millennio cinematograficamente sempre più stritolato nella morsa dell’effettistica digitale, è possibile assistere ad un’opera realizzata per intero ricorrendo all’arcaica tecnica dello stop motion a “passo uno”.
Perché, iniziato alla fine degli anni Ottanta dal suo regista Phil Tippett, arcinoto effettista dalla carriera invidiabile spaziante da Guerre stellari alla saga Twilight e già autore di Starship troopers 2 – Eroi della Federazione, la oltre ora e venti di folle visione dispensa proprio questo.
Un mondo distopico, in un certo senso accostabile a quelli cupi e futuristici del franchise Terminator, in cui, con un respiro decisamente post-apocalittico, si avvicendano assurde creature di ogni tipo, tra maiali da guerra, scienziati pazzi e ruderi assortiti. Un mondo in cui fa la sua comparsa una campana subacquea corrosa e dalla quale viene fuori il misterioso Assassino, a quanto pare palesatosi proprio per esplorare il labirinto di paesaggi bizzarri che fanno da scenografia.
Un accenno di plot che è sufficiente a Tippett per dare sfogo, insieme alla sua squadra, a tutto il proprio estro creativo, concretizzando gli orrori – compresa una sanguinosa operazione chirurgica con tanto di interiora in bella vista – di una sorta di universo dantesco in fotogrammi di cui osserva: «Il titolo significava qualcosa per me e, alla fine, è come se intorno ad esso si sia venuto a creare il centro gravitazionale del film. Non ho lavorato seguendo un’intenzione, mi limito a seguire un’idea e poi sposto, aggiungo o levo cose».
Un ritorno alla manualità, dunque, che, attraverso una lavorazione durata decenni, ha fatto prendere forma ad un elaborato che, se non sapessimo datato 2021, potremmo tranquillamente pensare essere appartenente ad una atipica tipologia di Settima arte dell’est europeo risalente agli anni Settanta e destinata agli schermi di più o meno oscuri, fumosi cineclub.
Un elaborato sicuramente non per palati facili, quindi, anche perché interamente privo di dialoghi; se escludiamo qualche fugace accenno alla parola quando l’Alex Cox cui dobbiamo Repo man – Il recuperatore e Sid e Nancy fa la sua entrata in scena, nei panni di uno strano demiurgo del “Mondo di sopra”, in quella che rappresenta l’unica ripresa tradizionale di Mad God.
Un lungometraggio non privo di chiari riferimenti all’epoca del muto e a capisaldi delle immagini in movimento quali Fellini Satyricon o il kubrickiano 2001: Odissea nello spazio, mentre lascia più o meno avvertire anche qualcosa della visionarietà del David Lynch di Eraserhead – La mente che cancella.
Un lungometraggio oltretutto impreziosito in questa edizione in home video in alta definizione da un booklet incluso nella confezione e da contenuti speciali che, oltre al trailer, comprendono dodici minuti di dietro le quinte, quasi dieci di making of, quattro di conversazione con Tippett, sei in cui lo stesso racconta l’ispirazione per Mad God, cinque di interviste agli studenti dell’AAU che vi hanno lavorato e dodici di featurette Phil Tippett – Peggio di un demone.