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Dune – Parte Due, il capolavoro di Denis Villeneuve

Timothée Chalamet

Dune – Parte Due arriva finalmente al cinema dal 28 febbraio distribuito da Warner Bros. dopo una lunga e sofferta gestazione dovuta nella prima parte al Covid e in seguito al ritardo stesso sull’uscita per lo sciopero degli attori negli Stati Uniti.
Il risultato del film di Denis Villeneuve è semplicemente un capolavoro, anzi per chi ne ha la possibilità consigliamo la visione che alcuni cinema offrono dell’intera opera.
L’arco narrativo di Dune era complesso come il suo libro scritto da Frank Herbert nel 1965 e decisamente avanti come opera di Fantascienza, che ora dopo un tentativo fallito da parte di Jodorowsky, riuscito solo in parte con Lynch nel lontano 1984, e due interessanti miniserie televisive degli anni 2000, trova finalmente la sua realizzazione cinematografica più grandiosa, e Villeneuve in realtà pensa già ora al sequel (visto che i libri del ciclo Dune sono ben sei).
Se la prima parte era risultata forse complicata per l’introduzione della storia, qui si arriva al suo compimento e il regista sfoggia tutto il suo campionario autoriale grazie anche ad una squadra perfetta, un cast perfetto, toccando alla fine in particolari sequenze l’assoluta perfezione cinematografica e coinvolgendo lo spettatore in una vera e propria esperienza visiva e sonora  per due ore e 46 minuti che lasciano la voglia di vedere subito l’eventuale seguito dopo la conclusione della storia.
La storia riparte esattamente dal punto dove l’avevamo lasciato dove Paul Atreides (Timothée Chalamet), insieme a sua madre (Rebecca Ferguson) sono in fuga e si sono uniti al popolo adi Arrakis, i Fremen. L’obiettivo e contrastare la raccolta della spezia da parte dagli Harkonnen, e per Paul vendicarsi di chi ha sterminato la sua famiglia.
Nell’evolversi della storia incontreremo l’imperatore artefice della fine di casa Atreides (interpretato da uno straordinario Christopher Walken, scelta precisa del regista), Ritroviamo tutte le scelte tematiche del libro già assaporate nella prima parte: fanatismo religioso, politica, vendetta, linee di sangue, ecologia.
Elementi che si fondono più che mai con l’attualità moderna tanto da far sembrare il romanzo di Herbert scritto pochi mesi fa guardando l’attuale situazione mondiale.
Fotografia incredibile ad opera di Greig Fraser, musiche di Hans Zimmer che per bocca del regista racconta che non hai smesso di comporre tra un film e l’altro.
In particolare, una scena visiva del pianeta degli Harkonnen che ci viene mostrato con il suo sole nero e la pellicola viene totalmente saturata da un bianco e nero surreale, che contrasta con la sabbia di Arrakis vista fin a quel momento, difficile da descrivere a parole.
Effetti sonori che fanno tremare la poltrona e consigliamo ancora una volta assolutamente di trovare la giusta sala cinematografica attrezzata per questa esperienza, perché tale è.
Tutta la complessità del libro alla fine viene restituita con le giuste differenti interpretazioni e sensibilità del regista, che non ha mai sconfessato la sua passione per questo libro letto da giovanissimo.
Il cast imponente vede in aggiunta rispetto alla prima parte: Florence Pough, nel ruolo della Principessa Irulan Corrino; Christopher Walken nei panni dell’Imperatore Shaddam IV; Léa Seydoux è Margot Fenring; e Austin Butler nel ruolo dei ruoli con la sociopatia del suo Feyd-Rautha Harkonnen.
Villeneuve però non ha dimenticato i suoi protagonisti e alla fine la storia di amore di Paul e Chani (Zendaya) prende gran parte della storia alternandosi con la lotta e il sadismo degli Harkonnen. Paul Atreides è il nuovo messia nella storia, un ruolo che vuole rifiutare, ma alla fine deve accettarlo e compiere il suo destino.
Potremo continuare con tutta una serie di aggettivi di compiacimento per questa opera che si pone ora nella sua completezza come il maggior e più importante film di Fantascienza del XXI secolo, ma è inutile.
L’unica notizia da aggiungere, che piacerebbe dare con la voce imperiosa delle Bene Gesserit, è quella di andare al cinema e godervi l’esperienza. Buona Visione.

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