Nelle sale cinematografiche dal 14 Febbraio 2024, si chiude curiosamente con una calorosa dedica ad Asia Argento Romeo è Giulietta, che vede di nuovo lavorare insieme Giovanni Veronesi e Pilar Fogliati, dopo che il primo aveva co-sceneggiato l’esordio dietro alla macchina da presa della seconda: Romantiche.
Giovane attrice che, vistasi rifiutare il ruolo anche a causa di fatti non proprio piacevoli riguardanti il suo passato, decisa a conseguire a tutti i costi il proprio obiettivo si ripresenta al provino – con la complicità dell’amica truccatrice Gloria alias Geppi Cucciari – sotto la falsa identità maschile di Otto Novembre (!!!), finendo per essere ingaggiata come Romeo.
E, tra l’altro, sono proprio diversi dei provini alle varie candidate e candidati a strappare risate in Romeo è Giulietta, che, con Margherita Buy impegnata a fare da nonna, attrice a sua volta, e Alessandro Haber a prestare il volto al produttore Giovanni Festa, Veronesi concretizza in una commedia sentimentale – scritta insieme a Nicola Baldoni e alla stessa Fogliati – atta ad affrontare più o meno allegoricamente la confusione identitaria che affligge ormai tanti ragazzi in un sempre più complicato terzo millennio.
Una commedia in cui a spiccare sono, come c’era da aspettarsi, le doti camaleontiche della bravissima protagonista, che, dopo averci regalato le varie dialettiche delle romane, si cimenta in maniera altamente credibile in panni maschili.
Uno stratagemma destinato ovviamente a generare equivoci, soprattutto con il fidanzato di lei Rocco, ovvero Domenico Diele, che nello spettacolo viene scelto come Mercuzio, e con la influencer Gemma che, dai connotati di Serena De Ferrari e affiancata da un esilarante manager romagnolo, sarà Giulietta.
È infatti un’uscita a quattro insieme alla sorella di quest’ultima e a Rocco a rientrare tra i momenti maggiormente divertenti e significativi di Romeo è Giulietta, non proprio incalzante per quanto riguarda il ritmo generale ma che, con incluso nel cast il bravo Maurizio Lombardi in qualità di Lori, compagno di Federico Landi Porrini, non rientra affatto tra i meno riusciti titoli sfornati dall’autore di Manuale d’amore e L’ultima ruota del carro, grazie soprattutto ad uno script capace di funzionare a dovere.