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“50 km all’ora”: De Luigi e Accorsi on the road

Sarà vero che la cosa bella dei ricordi è che te li puoi inventare?
Al suo terzo lungometraggio da regista, dopo Tiramisù e Tre di troppo, Fabio De Luigi per 50 km all’ora – nelle sale cinematografiche a partire dal 4 Gennaio 2024 – attinge dal tedesco 25 km/h, diretto nel 2018 da Markus Goller e di cui, appunto, ripropone il plot.
Un plot, in realtà, neanche troppo originale, se consideriamo che, come già nel 2010 Edoardo Leo propose tramite il suo Diciotto anni dopo la vicenda di due fratelli non parlatisi per tanto tempo e impegnati in un viaggio finalizzato ad andare a deporre le ceneri del padre accanto a quelle della madre, la circa ora e cinquanta di visione in questione racconta bene o male la medesima storia.
Con titoli di testa accompagnati dalla bella C’è un giardino di Alberto Camerini, a fare stavolta da fratelli destinati a ritrovarsi dopo anni al funerale del genitore (interpretato da Alessandro Haber) e ad intraprendere la traversata per portarne le ceneri accanto a quelle della moglie sono lo stesso De Luigi e un arrogante e sbruffone Stefano Accorsi.
Una traversata per le strade dell’Emilia Romagna che decidono di affrontare a bordo di due vecchi motorini scassati che proprio il defunto gli costruì quando erano ragazzini.
Una traversata non priva di rancori passati e affetto sopito destinata a portarli a scoprire che vi è sempre tempo per litigare e ricominciare a volersi bene; man mano che il cast si popola di volti piuttosto noti della comicità tricolore.
Infatti, se Paolo Cevoli appare nelle vesti di un sacerdote, Vito (all’anagrafe Stefano Bicocchi) rientra tra i protagonisti di una gag all’interno di una trattoria, mentre Marina Massironi si cimenta in una rielaborazione della hit anni Ottanta Girls just want to have fun di Cyndi Lauper durante un balletto da sagra.
Hit cui va ad affiancarsi anche Pugni chiusi dei Ribelli all’interno della colonna sonora di 50 m all’ora, commedia on the road che, tra un’abbuffata presso un ristorante cinese, una sfida a ping pong e un bizzarro momento di sesso con la brava Elisa Di Eusanio, si rivela sì guardabile, ma anche piuttosto inutile. E la motivazione è riconducibile in maniera tranquilla al fatto che le decisamente poco esaltanti situazioni tirate progressivamente in ballo possono con ogni probabilità risultare efficaci per il pubblico teutonico, ma difficilmente agli occhi di quello italiano.

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