È nel 2007 durante l’esame di laurea in medicina del protagonista Davide Di Rienzo che prende avvio Succede anche nelle migliori famiglie, che, nelle sale cinematografiche a partire dal 1° Gennaio 2024, vede al timone di regia il napoletano Alessandro Siani.
L’Alessandro Siani che veste inoltre i panni dello stesso Di Rienzo, figlio dell’eccellente medico Raniero, dai connotati di Sebastiano Somma, ma pecora nera di un nucleo familiare di cui fanno parte anche il fratello avvocato Renzo e la sorella psicologa Isabella, entrambi di successo e rispettivamente interpretati da Dino Abbrescia e Cristiana Capotondi.
Pecora nera in quanto, decisamente imbranato e incapace nel proprio mestiere, si ritrova a fare il volontario alla Caritas… fino al giorno in cui, a causa dell’improvvisa dipartita del padre, è costretto a ritornare alla vecchia villa di famiglia per prendersi cura della madre Lina, ovvero Anna Galiena, la quale annuncia a lui e ai due fratelli che sposerà la settimana successiva il fidanzatino d’infanzia Angelo Cederna alias Antonio Catania.
Una sorta di hippy, quest’ultimo, decisamente mal visto dai tre Di Rienzo, i quali, intenzionati a veder maggiormente a fondo nella faccenda in modo tale da far eventualmente saltare il matrimonio, finiscono anche per ritrovarsi ad avere a che fare con un cadavere.
Perché, tra una gag nello svolgimento di un funerale e un’altra che si consuma ad inizio film all’interno di uno studio medico, è in maniera evidente in qualità di commedia nera destinata in più occasioni a giocare con la morte quella messa in piedi dal comico partenopeo.
Gag che, però, a cominciare già da quella decisamente stupida inscenata nel corso del sopra menzionato esame di laurea, non riescono in alcun modo a strappare risate; come pure molte battute decisamente tristi (citiamo soltanto “Ci facciamo un surfie”, sfoderata da Abbrescia nella sequenza accompagnata dalla hit anni Sessanta “Surf city” di Jan and Dean).
Per non parlare dell’incontro a suo modo demenziale e, quindi, fuori luogo con una medusa (torna quasi alla memoria la lotta tra il polipo e Jerry Calà nel pessimo Operazione vacanze) e della videochiamata con l’Achille Cederna di Adolfo Margiotta, chiaramente ispirata al cult di fine anni Ottanta Week-end con il morto di Ted Kotcheff.
E neanche il piuttosto prevedibile colpo di scena posto nella seconda parte di Succede anche nelle migliori famiglie riesce ovviamente a risollevare le sorti di una neppure ora e venti di visione che, con uno sprecato Sergio Friscia mafioso nel mucchio, tenta addirittura (furbescamente) la carta della poesia tramite un flashback con i tre protagonisti bambini che risulta, però, soltanto patetico.
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