Con un paradiso che sembra quasi uscito dall’immaginazione del Luciano Salce di Fantozzi, è tirando in ballo un Giovanni Storti – privo dei colleghi di trio comico Aldo Baglio e Giacomo Poretti – nei panni di Dio che prende avvio Santocielo, in arrivo nelle sale cinematografiche il 14 Dicembre 2023.
D’altra parte, non è assente neppure qualche fugace gag meccanica tipica dello sfortunato ragioniere che segnò la fortuna del fu Paolo Villaggio nel corso delle circa due ore di visione destinate a calare Valentino Picone nel ruolo del biondo angelo Aristide.
Angelo inviato sulla Terra con l’incarico di fare l’annunciazione e insufflare nel grembo della nuova Madonna il futuro Messia, considerati gli eventi negativi che, tra terrorismo e surriscaldamento globale, affliggono l’umanità.
Incarico in apparenza semplice, ma che, dopo aver incontrato in un locale un ubriaco Nicola Balestrieri, professore bigotto e ossessionato dai propri pregiudizi incarnato da Salvo Ficarra, si risolve nel maldestro ingravidamento di quest’ultimo.
Un incidente, dunque, che non può fare a meno di spingere a collocare Santocielo nello stuolo delle commedie costruite sulla bizzarra idea dell’uomo in dolce attesa, come il Niente di grave, suo marito è incinto diretto nel 1973 da Jacques Demy, con protagonista Marcello Mastroianni, o Junior di Ivan Reitman, interpretato ventuno anni più tardi da Arnold Schwarzenegger.
Un incidente che, di conseguenza, non può non stimolare nello spettatore la curiosità nei confronti della maniera in cui andrà a chiudersi la vicenda; man mano che a fare da controparte femminile provvedono suor Luisa, dal volto di Maria Chiara Giannetta, e Giovanna alias Barbara Ronchi, moglie psicanalista di Nicola, in profonda crisi con lui.
Un Nicola che ha anche una coppia di vicini di casa piuttosto ficcanaso e che arriva a generare addirittura equivoci gay a causa della situazione che porta a stargli obbligatoriamente vicino Aristide; il quale si cimenta oltretutto in un’esecuzione di Un bacio piccolissimo di Robertino.
E, sotto la regia del Francesco Amato autore di Ma che ci faccio qui! e Lasciati andare, evitando volgarità si ride a sufficienza dinanzi a Santocielo: un Ficarra e Picone movie che, meno avvincente rispetto al precedente Il primo Natale, rimane comunque gradevole per approdare ad un epilogo totalmente inaspettato… rivelandosi un inno alla famiglia e un nient’affatto celato elogio in fotogrammi alle donne.
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