Quel palloncino rosso che vola immediatamente via in apertura di Silent night – Il silenzio della vendetta, nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 30 Novembre 2023, non può suggerire altro che una piccola anima innocente sia appena volata in cielo, come insegnò già negli anni Trenta il maestro tedesco del noir Fritz Lang tramite il suo M – Il mostro di Düsseldorf.
Infatti, se, senza perdere tempo, si parte all’insegna dell’azione con il Joel Kinnaman del Robocop 2014 e del dittico Suicide squad che insegue a piedi dei veicoli a bordo di cui si trovano tutt’altro che raccomandabili individui impegnati a fronteggiarsi in uno scontro a fuoco, grazie a successivi flashback apprendiamo che gli stessi gli hanno accidentalmente ucciso poco prima il figlioletto.
Individui che non mancano neppure di ferirlo alla gola, rendendolo muto e facendolo sprofondare in un doloroso lutto dietro cui si nasconde un inarrestabile desiderio di vendetta che decide di concretizzare esattamente un anno più tardi, nel giorno di Natale.
Non a caso, è proprio la lunga preparazione che l’uomo affronta per andare poi ad eliminare i componenti delle due bande in conflitto tra loro a caratterizzare la prima parte di Silent night – Il silenzio della vendetta, che segna il ritorno in terra americana per l’asso degli action movie hongkonghesi John Woo, a vent’anni da Paycheck.
Prima parte una volta superata la quale, appunto, prende avvio il massacro di cattivi, con abbondanza di inseguimenti automobilistici e lamiere pronte a contorcersi.
Siamo quindi sulla falsariga dei vari Punisher e giustizieri della notte del grande schermo, ma la novità è rappresentata in questo caso dalla scelta di ridurre all’osso i dialoghi per enfatizzare al meglio la tragica situazione di salute che il protagonista è costretto a vivere.
Eppure, sebbene il movimento non manchi affatto durante la oltre ora e quaranta di visione, a risultare difficile è proprio l’individuazione dei marchi di riconoscimento di colui che ci regalò, tra gli altri, The killer e Hard-boiled.
Del primo dei due titoli sembra in parte riecheggiare la colonna sonora nelle note sprigionate da un carillon infantile, ma, per il resto, tolti l’epilogo non troppo consolatorio e una sorta di collaborazione tra Kinnaman e un poliziotto interpretato da Kid Cudi, il John Woo che si era comunque mostrato in grado di mantenere il proprio stile anche in fatiche d’oltreoceano quali Senza tregua e Face/Off – Due facce di un assassino appare totalmente assente.
Forse tenuto a freno dai Basil Iwanyk ed Erica Lee produttori del franchise John Wick, i quali hanno magari preferito limitare l’utilizzo dei suoi immancabili ralenti e mostrare solo fugacemente double gun fight al fine di rendere Silent night – Il silenzio della vendetta il film d’azione comunque godibile strizzante l’occhio più al grande pubblico che a quello del massimo confezionatore di balletti di pallottole in fotogrammi.
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