Fortemente intriso di critica sociale rivolta al consumismo esasperato, il lungo prologo di Thanksgiving – nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 16 Novembre 2023 – avrebbe sicuramente fatto gola al George A. Romero di Zombi.
Cittadina dove poi un misterioso serial killer dal volto nascosto sotto una maschera raffigurante il padre pellegrino John Carver comincia a mietere vittime nel Giorno del ringraziamento, delineando quello che sembrerebbe essere un autentico disegno di vendetta.
Quindi, trasformando in lungometraggio quello che altro non era che uno dei fake trailer proiettati nei cinema americani ai tempi dell’uscita del collettivo Grindhouse costituito da A prova di morte di Quentin Tarantino e Planet terror di Robert Rodriguez, Eli Roth – autore, tra gli altri, dei primi due Hostel e di The Green Inferno – mette in piedi uno slasher movie nello stretto senso del termine, ovvero un racconto per immagini incentrato su omicidi ai danni di persone in uno spazio più o meno chiuso.
Omicidi che, tra un corpo diviso in due, sanguinose decapitazioni, crani fracassati e addirittura viscere in bella vista si rivelano oltretutto piuttosto fantasiosi e destinati a testimoniare la tutt’altro che indifferente dose di violenza dispensata dall’operazione.
Il tutto con evidenti influenze provenienti da classici e cult del filone; tanto che, se da un lato l’ambientazione e la tipologia di vicenda portate in scena appaiono non distanti da quelle che furono alla base de Il giorno di San Valentino di George Mihalka – poi remakizzato in San Valentino di sangue 3D di Patrick Lussier – e dello sfortunato Uncle Sam di William Lustig, dall’altro è impossibile non ripensare ad uno dei momenti maggiormente memorabili di So cosa hai fatto di Jim Gillespie durante la sequenza della parata.
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