Comandante è un film diretto da Edoardo De Angelis che ha per protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di Salvatore Todaro, famoso comandante del sommergibile Comandante Cappellini che è stato attivo durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film ha aperto l’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e sarà nelle sale a partire dal 31 ottobre.
Comandante vanta la sceneggiatura di Sandro Veronesi e del regista Edoardo De Angelis che insieme hanno dato vita ad una storia di enorme importanza e necessità che forse ai più risultava sconosciuta. Il racconto è la storia vera del comandante Todaro che il 16 ottobre 1940 col suo sommergibile si imbatte a largo dell’Atlantico contro un piroscafo mercantile belga denominato il “Kebalo”, che stava puntando le armi contro di loro. La decisione di Todaro è da subito chiara e inamovibile: salverà i 26 uomini del Kebalo anche andando contro i pareri dei suoi superiori e anche sapendo che una volta presa questa decisione drastica, ci saranno gravi ripercussioni sulla sua carriera. Il comandante farà salire a bordo del suo sommergibile gli uomini e per salvarli tutti, per tre giorni navigherà in superficie rendendosi visibile alle forze nemiche, mettendo così a repentaglio la sua vita e quella dei suoi ufficiali. Il motto di Salvatore Todaro infatti è sempre stato quello di combattere e abbattere il ferro e di aiutare sempre quando possibile gli uomini e così farà durante il corso della Seconda Guerra Mondiale, agendo sempre con tanta umanità.
La pellicola a livello scenografico non è stata facile da realizzare, soprattutto il disegno e la ricostruzione del sommergibile poiché mancavano gli strumenti primari necessari ovvero fotografie o documentazione scritta sul tipo di sommergibile in questione. Il lavoro alla fine è stato preso in mano dall’ingegnere meccanico Nicola Ferrari che insieme allo scenografo Carmine Guarino, ha realizzato un modello tridimensionale del sommergibile basandosi su come erano costruiti quelli dell’epoca.
Comandante si configura come un film necessario alla comunità; la storia di un uomo comune che grazie al suo sacrificio salva tante vite nemiche, diventa un esempio per la società attuale dove il problema dell’immigrazione non è mai stato così importante. Il lungometraggio della durata di due ore, a tratti risulta difficile da seguire poiché si compone di scene a volte silenziose, riflessive e più lente di altre a livello narrativo e registico. L’attenzione dello spettatore infatti a volte può calare, ma grazie alla tenacia della storia forte e potente, ritrova sempre la via di osservazione giusta per la visione del film.
L’interpretazione di Favino risulta sempre congrua e precisa per rappresentare la figura di un ufficiale diventato poi eroe. Vicino a lui l’attore Massimiliano Rossi veste i panni di Vittorio Marcon, fedele aiutante, amico e guida del comandante e lo fa in modo magistrale. Molto belle e ricche di significato le scene di unione e compagnia all’interno del sommergibile dove tutti i soldati si riuniscono per un pasto caldo, una bevuta in compagnia o semplicemente per una parola di conforto prima di affrontare i nemici in un altro scontro in mare.
Il target del film è per un pubblico medio adulto pronto a vivere una storia potente a livello emotivo e visivo.
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