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“I Mercen4ri – Expendables”: questione di Statham

Con un’apertura ambientata nel vecchio impianto di armi chimiche di Gheddafi, in Libia, I mercen4ri – Expendables riporta sul grande schermo i cosiddetti “sacrificabili” che avevamo imparato a conoscere ne I mercenari – the expendables, diretto nel 2010 da Sylvester Stallone.
Un’avventura che, in aria di nostalgia del machismo reaganiano da schermo, capitanati dallo stesso Stallone li vide impegnati a porre fine all’operato di un dittatore assassino sul popolo dell’isola di Vilena; prima di tornare all’opera due anni più tardi nell’esplosivo I mercenari 2 di Simon West, alle prese con un cattivo Jean-Claude Van Damme e cinque tonnellate di plutonio altamente distruttivo, e, nel 2014, ne I mercenari 3 di Patrick Hughes, contro un Mel Gibson trafficante d’armi.
E, anche se soltanto per una piccola fetta di lungometraggio, sotto la regia dello Scott Waugh cui dobbiamo il bellico Act of valor e il cineVgame Need for speed Stallone torna nuovamente a guidare la sua squadra nei panni di Barney Ross; sebbene sia il Christmas incarnato per la quarta volta da Jason Statham – il quale si concede oltretutto un divertente momento ai danni di un grosso influencer – a rivelarsi il vero protagonista di questo tassello che recupera dai primi tre soltanto i personaggi di Gunner e Toll Road, ovvero Dolph Lundgren e Randy Couture.
Infatti, con nomi molto meno legati all’action movie rispetto a quelli che – da Arnold Schwarzenegger a Jet Li – erano stati coinvolti nel franchise, sono la sexy Megan Fox, il rapper 50 Cent, la Levy Tran dal curriculum prevalentemente televisivo, il Jacob Scipio de Il talento di Mr. C e il Bruce Lee thailandese Tony Jaa a costituire la nuova combriccola armata rispettivamente nei ruoli di Gina, Easy Day, Lash, Galan e Decha ne I mercen4ri – Expendables, destinato ad esordire immediatamente all’insegna del movimento, con tanto di esplosioni e splatter di taglio fumettistico.
Combriccola cui si aggiunge il Marsh della CIA, che, interpretato da Andy Garcia, li incarica di intercettare proprio nel sopra menzionato impianto gheddafiano l’ex trafficante d’armi britannico Suharato Rahmat alias Iko Uwais, intenzionato ad impadronirsi di alcuni detonatori di ordigni nucleari per conto di un suo malvagio cliente: Ocelot.
È quindi l’esercito privato di questo villain che Christmas e compagni di pallottole volanti e lame affilate si trovano ad inseguire nel corso di oltre un’ora e quaranta di serrata visione che si svolge prevalentemente a bordo di un’imponente imbarcazione denominata Jantara, tra abbondanti spargimenti di cadaveri e occasioni per sfoggiare spruzzate d’ironia tipica del genere “muscolare”.
Fino all’epilogo di un capitolo che, nonostante la travagliata lavorazione e l’evidente riduzione di budget rispetto ai tre che lo hanno preceduto, seppur caratterizzato da colpi di scena in buona parte prevedibili e da new entry appena abbozzate risulta probabilmente più coinvolgente del comunque godibile I mercenari 3… grazie ovviamente al serrato ritmo narrativo che non consente di chiudere occhio e al look generale da robusto b-movie guerrigliero che sembra venuto fuori direttamente dai bei tempi della Cannon Films (produzione che ci regalò, tra gli altri, Invasion U.S.A. con Chuck Norris e la saga di Guerriero americano).

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