Sebbene il titolo Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile possa erroneamente spingere a pensare che il lungometraggio che sta scorrendo davanti ai nostri occhi sia la trasposizione in fotogrammi dell’omonima serie di videogiochi noti anche con la sigla GT, provvede una didascalia di apertura ad avvisarci che l’operazione in questione prende in realtà le mosse da una storia vera.
A fargli da guida è il pilota in pensione Jack Salter alias David Harbour, mentre, se il fratello Coby possiede i connotati di Daniel Puig, i genitori manifestano quelli di Djimon Hounsou e della ex Spice girl Geri Halliwell.
Ovvero i personaggi principali di un insieme destinato ad individuare i suoi momenti migliori nelle sequenze d’incidente su quattro ruote, riuscendo a regalare qualche emozione – grazie anche al frenetico montaggio a cura di Austyn Daines, Eric Freidenberg e Colby Parker Jr. – esclusivamente durante l’attesa gara della 24 ore di Le Mans.
Perché, con la storica Paranoid dei Black Sabbath a fare da accompagnamento musicale in più di un’occasione, Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile si costruisce su una prima parte che non manca di lasciar avvertire una certa piattezza generale, per poi, però, rimanere piuttosto freddo e narrativamente fiacco anche quando comincia a trasportare lo spettatore nel vivo del mix di motori rombanti, pneumatici fumanti e piste da percorrere ad altissima velocità.
Guarda il trailer