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Blue Beetle: il primo supereroe latinoamericano

Sarà vero che è necessario un sacrificio per un bene superiore?
Prova a risponderci Angel Manuel Soto – regista di Twelve – attraverso il suo Blue Beetle, cinecomic che prende le mosse dall’omonimo personaggio dei fumetti e che è nei cinema italiani a partire dal 17 Agosto 2023.
Personaggio che, apparso per la prima volta nel 1939 all’interno della serie Mystery Men Comics della Fox Comics, nacque come alter ego di Dan Garrett, per poi passare alla Charlton Comics negli anni Cinquanta e, infine, nel 1983 alla DC Comics.
Ed è la versione fornita da quest’ultima a partire dal 2006 quella che viene proposta all’interno delle oltre due ore di visione; quindi ne è protagonista il neolaureato Jaime Reyes che, in cerca del suo scopo nel mondo, si ritrova inaspettatamente in possesso di un’antica reliquia di biotecnologia aliena: lo Scarabeo.
Lo Scarabeo che sceglie il giovane incarnato da Xolo Maridueña come suo ospite simbiotico e dotato di un’armatura capace di conferirgli straordinari poteri, trasformandolo di conseguenza nel supereroe Blue Beetle.
Un’armatura che, in un certo senso, non può fare a meno di richiamare alla memoria quella di Iron man, seppur di colore diverso; mentre, in generale, se le imprese del paladino della giustizia in questione appaiono quasi analoghe a quelle di Flash, nel look sembra ricordare altri personaggi affronta-malvagi disegnati già portati sullo schermo, da Spawn a Deadpool.
Aspetti, dunque, che lasciano avvertire quanto assente sia l’originalità in questa trasposizione in fotogrammi di quello che viene definito il “primo supereroe latinoamericano”, impegnato a fronteggiare l’imperialista villain Victoria Kord interpretata dal premio Oscar Susan Saradndon.
Uno dei molti personaggi che popolano le oltre due ore di visione; come pure il grottesco zio Rudy che, dal volto di George Lopez, contribuisce alla spruzzata d’ironia tipica di queste produzioni destinate in maniera principale al pubblico dei ragazzi.
Ma, se il fiacco avvio di Blue Beetle spinge a sperare in un miglior proseguimento, il resto, in mezzo ad immancabile tripudio di elaborata effettistica digitale e perfino lo sfruttamento di un particolare chewingum, non riesce in alcun modo a coinvolgere pienamente, nonostante l’abbondanza di movimento a suon di frenetici momenti d’azione.
Tanto che, con due ultime sequenze poste durante e dopo lo scorrimento dei titoli di coda, l’impressione è quella di trovarsi dinanzi ad uno di quegli inediti cinematografici che nei sempre più lontani anni Novanta approdavano nel nostro paese direttamente nel mercato delle videocassette.

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