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Creed III: (tor)nato per combattere

Michael B. Jordan

Con un’apertura nella Los Angeles del 2002, è a quindici anni più tardi che ci si sposta prima ancora del titolo introduttivo di Creed III, nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 2 Marzo 2023.
Ma è ai giorni nostri che si svolge questo terzo capitolo della serie spin off di Rocky il cui protagonista è, come appreso nei precedenti Creed – Nato per combattere di Ryan Coogler e Creed II di Steven Caple Jr., l’Adonis Creed interpretato da Michael B. Jordan.
L’Adonis Creed che, figlio illegittimo dell’Apollo morto prima della sua nascita in Rocky IV, ritroviamo qui affiancato dalla compagna Bianca alias Tessa Thompson con cui ha la figlia Amara dal volto di Mila Davis-Kent, sorda e non priva di problemi tra i banchi di scuola.
L’Adonis Creed che, dopo aver dominato il mondo della boxe, ha goduto sia di una brillante carriera che di una soddisfacente vita privata; fino al giorno in cui, scontata una lunga pena in prigione, si rifà vivo Damian, amico d’infanzia, nonché ex prodigio dei guantoni.
Il Damian che, incarnato dal Jonathan Majors di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e ansioso di dimostrare che merita di salire sul ring, troviamo presto impegnato in un violento incontro con il Felix Chavez di Jose Benavidez.
Incontro il cui esito dettato dalla scorrettezza porta Adonis a decidere di regolare i conti mettendo in gioco il proprio futuro per combattere proprio con Damian; perché, al di là dell’appartenenza al filone sportivo in fotogrammi, Creed III intende essere prima di tutto, in maniera evidente, una storia di amicizia.

Michael B. Jordan e Mila Kent in una scena del film

Una storia che, al suo debutto dietro la macchina da presa, è lo stesso Michael B. Jordan a dirigere, riallacciandosi nella giusta maniera a quanto raccontato dai due tasselli precedenti.
Tasselli di un franschise non disprezzabile ma neppure eccessivamente esaltante e di cui, dunque, questa terza avventura riprende il consueto schema comprensivo di drammi assortiti e immancabile allenamento (stavolta in prossimità della scritta “Hollywood”, come a voler simboleggiare qualcosa di metacinematografico) volto ad anticipare l’attesissimo scontro finale.
Scontro che, con tanto di ralenti e perfino una parentesi darkeggiante quasi bergmaniana, si rivela come di consueto il momento più esaltante dell’operazione, capace ancora una volta di regalare emozioni – pur senza eccellere – grazie anche alla fugace tirata in ballo del mitico tema musicale di Rocky. Sebbene in Creed III sia impossibile non avvertire la mancanza del fondamentale Sylvester Stallone.

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