Il primo giorno della mia vita: Toni e periodi… Buy

È nel corso di una notte piovosa che vengono introdotti i protagonisti de Il primo giorno della mia vita, diretto dal Paolo Genovese autore del super successo Perfetti sconosciuti e reduce dal dramma sentimentale Supereroi.
Poster del filmProtagonisti a cominciare da un misterioso Toni Servillo il cui interesse è proporre un patto a quattro individui che, avendo toccato il fondo, intendono suicidarsi: una settimana di tempo per farli innamorare di nuovo della vita offrendogli la possibilità di scoprire come potrebbe essere il mondo senza di loro.
Quattro individui che, dai volti di Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco e Gabriele Cristini, si rivelano le pedine su cui vengono costruite le circa due ore di visione dal taglio a tratti teatrale, sebbene il tutto non si svolga esclusivamente in interni.
D’altra parte, mentre se ne vanno spesso in giro per la città in automobile quasi alla maniera dei “taxisti di notte” dell’omonimo lungometraggio firmato nel 1991 dall’americano Jim Jarmusch, sono in particolar modo le performance dei bravi attori a spiccare durante la narrazione scandita in giorni.
Una narrazione immersa nel tono cupo e perennemente grigio garantito dalla fotografia di Fabrizio Lucci; man mano che al cast si aggiungono, tra gli altri, Giorgio Tirabassi, Vittoria Puccini, Elena Lietti e Lino Guanciale.
Tutti al servizio di un insieme visivamente interessante soprattutto per quanto riguarda sequenze come quella in cui abbiamo Valerio Mastandrea in procinto di gettarsi da un ponte o l’altra con la Serraiocco impegnata ad eseguire acrobazie da ginnasta sul muretto del tetto di un hotel.
Un insieme che, però, estremamente lento e non poco soporifero, se da un lato sembra utilizzare a vanvera vecchie hit musicali quali The end of the world di Skeeter Davis e Se mi lasci non vale di Julio Iglesias, dall’altro non fatica a rivelarsi eccessivamente pretenzioso – come già avvenuto con The Place, sempre di Genovese – nello sfruttare in maniera a suo modo bergmaniana un plot sulla evidente falsariga de La vita è meravigliosa di Frank Capra e Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders.
Tanto che Il primo giorno della mia vita potrebbe forse lasciare soddisfatto, al massimo, lo spettatore appartenente alla fetta dei ricchi annoiati da salottino borghese.

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